Carasau fatto in casa ma del tutto illegale: sequestri e multe
Operazione della Finanza contro il commercio abusivo Nei guai anche un giovane senegalese con scarpe taroccate
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ORISTANO. Vendevano da alcuni mesi il prodotto del loro lavoro in via Tirso. E secondo quanto dichiarano diversi acquirenti, la qualità del pane carasau venduto, con buste sigillate e pesate in maniera standard era tutt’altro che disprezzabile.
Peccato per loro che l’intero processo, dalla produzione, al confezionamento, alla vendita all’utente finale fosse del tutto illegale, in quanto svolto in nero.
Il luogo di vendita del pane, in pieno centro, e l’alternarsi di una intera famiglia in quella che era una attività evidentemente redditizia, hanno però incuriosito i militari della Guardia di Finanza, che intervenuti ieri non hanno potuto far altro che sequestrare l’intera merce e infliggere una salata multa agli sfortunati commercianti improvvisati (originari della Baronia). Dopo aver sequestrato l’intero prodotto i militari ne hanno verificato la bontà e, viste, le quantità, oltre cinquantadue chili di carasau che non potevano rimanere a lungo conservati nelle cantine del comando provinciale, responsabili della Guardia di Finanza hanno deciso di devolverlo subito ad un ente benefico di Donigala che ieri ha ricevuto l’inaspettato ma certo gradito regalo.
L’operazione della Finanza si inseriva in un piano di contrasto all’abusivismo commerciale e al contrasto del mercato del contraffatto che sempre ieri ha visto eseguita un altro intervento.
Nella seconda operazione, infatti, sono stati posti sotto sequestro, dai finanzieri della Compagnia, 346 capi di abbigliamento abilmente contraffatti, soprattutto scarpe, accessori e borsette delle più note marche da uomo e da donna, ed è stata segnalata alla locale Procura la condotta di un cittadino senegalese di 27 anni che voleva vendere la merce.
Le attività, oltre che essere richieste a livello ministeriale, sono da inquadrarsi nell’ambito delle operazioni a tutela dei commercianti onesti e della libera e corretta concorrenza del mercato e dei consumatori.
Già nelle scorse settimane analoghe operazioni sono state condotte dai militari della Finanza, con sequestri, denunce e sanzioni amministrative per i responsabili.
Peccato per loro che l’intero processo, dalla produzione, al confezionamento, alla vendita all’utente finale fosse del tutto illegale, in quanto svolto in nero.
Il luogo di vendita del pane, in pieno centro, e l’alternarsi di una intera famiglia in quella che era una attività evidentemente redditizia, hanno però incuriosito i militari della Guardia di Finanza, che intervenuti ieri non hanno potuto far altro che sequestrare l’intera merce e infliggere una salata multa agli sfortunati commercianti improvvisati (originari della Baronia). Dopo aver sequestrato l’intero prodotto i militari ne hanno verificato la bontà e, viste, le quantità, oltre cinquantadue chili di carasau che non potevano rimanere a lungo conservati nelle cantine del comando provinciale, responsabili della Guardia di Finanza hanno deciso di devolverlo subito ad un ente benefico di Donigala che ieri ha ricevuto l’inaspettato ma certo gradito regalo.
L’operazione della Finanza si inseriva in un piano di contrasto all’abusivismo commerciale e al contrasto del mercato del contraffatto che sempre ieri ha visto eseguita un altro intervento.
Nella seconda operazione, infatti, sono stati posti sotto sequestro, dai finanzieri della Compagnia, 346 capi di abbigliamento abilmente contraffatti, soprattutto scarpe, accessori e borsette delle più note marche da uomo e da donna, ed è stata segnalata alla locale Procura la condotta di un cittadino senegalese di 27 anni che voleva vendere la merce.
Le attività, oltre che essere richieste a livello ministeriale, sono da inquadrarsi nell’ambito delle operazioni a tutela dei commercianti onesti e della libera e corretta concorrenza del mercato e dei consumatori.
Già nelle scorse settimane analoghe operazioni sono state condotte dai militari della Finanza, con sequestri, denunce e sanzioni amministrative per i responsabili.