La Nuova Sardegna

Oristano

accusa per cristiano carrus 

Omissione, a processo il sindaco di Cabras

Atti d’ufficio non inviati ai carabinieri su una questione riguardante l’accoglienza migranti

27 luglio 2017
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CABRAS. Una risposta non data e il sindaco Cristiano Carrus finisce di fronte ai giudici. L’impegno dell’ospitalità ai migranti gioca un brutto tiro al primo cittadino il quale si ritrova sulle spalle una denuncia e ora un processo da affrontare per omissione d’atti d’ufficio. Tutto nasce proprio nell’ambito della questione dell’accoglienza quando il comandante della stazione dei carabinieri si rivolge al Comune per una segnalazione. Indica che la cooperativa Adalia che si occupa proprio di migranti starebbe ospitando minorenni pur in assenza di permessi. Dovrebbe infatti ospitare nella sua struttura solo adulti maggiorenni, ma evidentemente i carabinieri hanno elementi per ritenere che stia avvenendo qualcosa al di fuori delle regole.

Il punto di riferimento diventa quindi il Comune e direttamente la persona del sindaco al quale viene chiesto di fare ulteriori verifiche sulla situazione e i rapporti tra la cooperativa e i migranti. L’attesa però è senza risposta e così il comandante della stazione dei carabinieri procede a segnalare la questione alla magistratura che a quel punto agisce sino a che il pubblico ministero Andrea Chelo non gli contesta proprio l’omissione d’atti d’ufficio. Il procedimento cammina spedito e nel giro di pochi mesi si arriva al rinvio a giudizio che porta al processo che si è aperto ieri con un’udienza filtro di fronte ai giudici del collegio presieduto da Carla Altieri (a latere Enrica Marson e Maurizio Lubrano).

Si torna in aula il 16 gennaio e allora si cercherà di capire esattamente cosa sia accaduto e perché il sindaco non abbia inviato la risposta richiesta dai carabinieri. In realtà come già aveva provato a chiarire l’avvocato Stefano Gabbrielli in precedenti fasi processuali, lo stesso Cristiano Carrus avrebbe interessato gli uffici e i dipendenti destinati a occuparsi della questione accoglienza e quindi a tenere i rapporti con la cooperativa.

I passaggi burocratici e le interlocuzioni tra il Comune e la caserma si fermarono a questo punto, solo che il caso che sembrava chiuso si era solo spostato di sede con la denuncia. La difesa però sostiene che tra le competenze dell’amministrazione e di riflesso del sindaco di qualsiasi Comune non ci sia il compito di far rispettare le regole dell’accoglienza a chi se ne occupa. Sarebbe invece competenza delle forze dell’ordine, ma ovviamente queste sono argomentazioni sulle quali saranno chiamati ad esprimersi i giudici. (e.c.)

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