La Nuova Sardegna

Oristano

Ferragosto, il porto sicuro della Mensa della carità

di Simonetta Selloni

Il lavoro delle suore Giuseppine che danno un pasto a chi è in difficoltà «Arrivano in tanti: alcuni mangiano qui, altri prendono qualcosa e vanno via»

18 agosto 2017
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ORISTANO. Nel menù di Ferragosto non è stato incluso il maialetto arrosto. «Ci abbiamo pensato, ma considerando il fatto che avremmo potuto avere ospiti musulmani, che non mangiano il maiale, abbiamo fatto un’altra scelta. E quindi le cotolette impanate e fritte, la verdura di contorno, la frutta, il dolce e il caffè».

Suor Gabriella è una donna gentile che gestisce la Mensa della carità delle Suore Giuseppine, in via Carmine. Tra i quindici e i venti gli ospiti fissi, ma poi ci sono i pasti – altrettanti – che vengono consegnati a domicilio. E non si contano poi quelli che arrivano all’ultimo momento: ma sul tema di aggiungi un posto a tavola, le suore hanno una lunga pratica dalla loro. Nessuno viene respinto, l’accoglienza è per tutti.

Un rifugio per un piccolo esercito di invisibili che si sta sempre più ampliando. In Via Carmine per loro c’è un approdo sicuro: «E se proprio non è rimasto nulla di caldo, sicuramente ci sono panini, frutta, paste.. .».

A mani vuote non si va via, non vanno via i tantissimi ragazzi che si rivolgono alla mensa. «Giovani, con problemi in famiglia si capisce. A volte hanno anche bisogno di parlare». E spesso vengono affidati in prova a loro, come misure alternative alla detenzione. Fanno dei lavoretti, riprendono il gusto al bello della vita normale.

Il giorno di Ferragosto, a tavola si sono accomodati in 14. Persone che non hanno nulla e che non saprebbero come fare per avere un pasto dignitoso e caldo, almeno uno al giorno.

C’è, in chi si rivolge alle suore, la difficoltà di chi nell’indigenza, ha un qualche pudore, se non vergogna. «Chiedere è sempre difficile. Ma noi mettiamo a disposizione tutto quello che abbiamo. Molto ci viene regalato, dobbiamo ringraziare tantissimo i ristoranti di Oristano», dice ancora Suor Gabriella.

Ecco, c’è un poco pubblicizzato aspetto di questa Oristano, una dote nascosta e preziosa: la generosità. «Le persone sono sensibili. Intanto, appunto, i ristoratori: oggi ad esempio abbiamo molto pesce arrosto, di ottima qualità, conservato perfettamente. Poi il pane che viene regalato dai panettieri. E le paste: non ne mancano mai».

Le persone in assistenza vengono avvisate, arrivano con i loro contenitori e portano via quel che occorre. Una cosa è certa: nulla viene sprecato. Ci mancherebbe.

Se alla mensa arrivano anche i rifornimenti dal Banco alimentare, e le donazioni di chi fa letteralmente la spesa e la porta in regalo alle suore, ci sono anche i piccoli gesti minimi. «C’è chi ha un albero di fichi in giardino e ce ne fa omaggio. Oppure chi ha le pere, e d’inverno gli agrumi».

Insomma, la generosità è fatta di tante piccole cose. Anche nelle emergenze: il periodo scorso mancavano olio e formaggio grattugiato, ad esempio. Poi ci ha pensato il Banco alimentare.

Ogni mese, le suore Giuseppine preparano un pacco alimentare. Non mancano mai il latte, lo zucchero, il caffè. Se necessario, il “rifornimento” si fa prima: quando serve. Tutti possono aiutare: ognuno per quanto è nelle sue possibilità. E così facendo, è come se aggiungessero ogni volta un posto alla loro tavola.

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