La Nuova Sardegna

Oristano

Laconi, appello al sindaco per lo scuolabus

Laconi, appello al sindaco per lo scuolabus

I genitori dei bambini residenti nelle frazioni si rivolgono all’associazione “Socialismo Diritti Riforme”

19 settembre 2017
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LACONI. Lo scuolabus che non c’è riaccende la polemica. Stavolta ad accendere i riflettori sulla questione, non sono amministratori o residenti. La «Singolare e per certi versi paradossale situazione per undici bambini, sei dei quali di etnia rom, residenti nelle frazioni» è tra gli argomenti di Maria Grazia Calligaris, presidentessa dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”. Il problema vecchio di un anno era stato nuovamente finito nell’agenda politica locale perché la mancata attivazione dello Scuolabus rischia infatti di impedire ai piccoli, 2 iscritti all’asilo e gli altri 9 suddivisi tra scuola dell’infanzia e secondaria di primo grado, di accedere alla scuola e fruire delle lezioni. È il motivo per cui alcuni familiari dei ragazzini si sono rivolti all’associazione lamentando «oggettive difficoltà ad accompagnare quotidianamente con mezzi propri i piccoli allievi nelle relative sedi. Ciò che appare paradossale – sottolinea Maria Grazia Caligaris – è il fatto che il Comune dispone del mezzo in perfetto ordine e di un impiegato con idonea patente. Chiede però espressamente agli abitanti delle frazioni di Santa Sofia, Crastu e Su Lau di provvedere personalmente a accompagnare i piccoli.

L’amministrazione lo scorso anno aveva adottato il sistema dell’erogazione dei rimborsi per contenere le spese aggiuntive delle famiglie, ma il numero di bambini era molto inferiore rispetto a quello di quest’anno. Ora la riattivazione del servizio sarebbe più che giustificata.

Parte quindi un appello al sindaco Anna Paola Zaccheddu, alla quale viene ricordato che il diritto allo studio è sancito dalla Costituzione così come il principio che lo Stato non deve compiere discriminazioni garantendo a tutti pari opportunità. «L’impegno contro lo spopolamento – conclude – passa anche attraverso la disponibilità di servizi, compreso quello di garantire l’accesso a strumenti di compensazione».

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