La Nuova Sardegna

Oristano

Omicidio Canu, arriva l’archiviazione per i tre sospettati

Omicidio Canu, arriva l’archiviazione per i tre sospettati

Cinque anni e mezzo vissuti sul filo del rasoio. I tre giovani finiti sul registro degli indagati li hanno trascorsi nell’incertezza aspettando di uscire dalla vicenda

22 settembre 2017
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CABRAS. Cinque anni e mezzo vissuti sul filo del rasoio. I tre giovani finiti sul registro degli indagati li hanno trascorsi nell’incertezza aaspettando quel che, dopo un’attesa lunghissima, ora è atto giudiziario che chiude definitivamente un capitolo triste di cronaca. L’archiviazione decisa dal giudice per le indagini preliminari riguarda Ivan Gasparini, Matteo Simbula e Michele Scintu. Sul registro degli indagati erano finiti qualche tempo dopo la morte di Peppino Canu, il pensionato di Solanas di 85 anni deceduto in seguito a una rapina avvenuta nella sua casa di via Caboto durante la notte tra l’1 e il 2 febbraio del 2012.

Misteriosi banditi avevano fatto irruzione nell’abitazione e, quando l’anziano li aveva scoperti, avevano deciso di legarlo e imbavagliarlo per poter proseguire il loro lavoro che aveva fruttato poche centinaia di euro. Un omicidio figlio della brama di avere un misero gruzzolo che però rimarrà con tutta probabilità senza responsabili, perché quelli individuati dagli inquirenti non furono i responsabili del delitto. A loro si arrivò attraverso una serie di elementi che convinsero la procura a insistere sui tre giovani amici. Il ruolo chiave, secondo le prime ipotesi investigative, l’avrebbe avuto Ivan Gasparini di cui la vittima era il nonno materno. Avrebbe deciso di portare con sé gli amici e di condurli nella casa dell’anziano per prendere il gruzzolo pensando che sarebbe stato poco più che un giochetto. Finì invece in tragedia, con i rapinatori che però lasciarono dietro di sé numerose tracce del loro passaggio.

I tre amici intanto finirono sul registro degli indagati accusati di omicidio volontario, il peggiore dei delitti. Eppure, più l’indagine andava avanti più le prove raccolte portavano in direzione diversa. La comparazione delle tracce di dna rinvenute su alcuni mozziconi di sigarette, impronte di scarpe e persino la ricostruzione degli spostamenti dei tre amici ha però portato in direzione opposta a quella che inizialmente era stata seguita dalle indagini da cui era scaturito l’incidente probatorio. Il dna rinvenuto sui mozziconi non apparteneva ai ragazzi così come l’impronta di scarpa. Poi c’erano gli orari dei loro spostamenti che lasciavano molti dubbi sul fatto che potessero essere a Solanas all’ora del delitto. Sono elementi che gli avvocati Mario Gusi, Carlo Figus e Alessandro Enna avevano portato all’attenzione della procura, la quale poi aveva chiesto l’archiviazione arrivata dopo cinque anni e mezzo. (e.c.)

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