La Nuova Sardegna

Oristano

Consorzio di Bonifica apertura ai morosi: sei mesi per risolvere

di Simonetta Selloni
Consorzio di Bonifica apertura ai morosi: sei mesi per risolvere

I debitori sono centinaia, alcuni non pagano da 15 anni Il commissario Abis: disposti a concordare piani di rientro

14 ottobre 2017
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ORISTANO. I morosi che hanno debiti con il Consorzio di Bonifica dell’Oristanese per la fornitura dell’acqua hanno sei mesi di tempo per regolarizzare la loro posizione. Nel senso che fino al 31 marzo 2018, termine entro il quale si presentano le domande per accedere all’irrigazione, gli utenti hanno la possibilità di sanare il debito, di interloquire con l’ente per discutere la loro posizione, di concordare un piano di rientro e di conseguenza rateizzare il dovuto. Ma, secondo quanto previsto dal regolamento, chi non dovesse mettersi in regola perderà l’acqua. È chiarissimo il commissario del Consorzio, Andrea Abis. In questi giorni si registra soprattutto l’allarme lanciato da Confagricoltura, in particolare per quanto riguarda la posizione di utenti non proprietari che affittano terreni i cui titolari sono esposti, in alcuni casi pesantemente, con il Consorzio. «Il Consorzio non può entrare nelle dinamiche dei rapporti che si instaurano tra proprietari e conduttori. È evidente che quando si verificano morosità, si aggredisce il terreno, visto che viene tolta l’acqua – dice Abis –. Ecco perchè le associazioni sono state convocate perché siano chiari i meccanismi anche dei contratti che si vanno a stipulare». Il fatto è che i morosi sono centinaia. Alcuni hanno già pagato, altri, dopo aver concordato un piano di rateizzazione magari attorno ai primi anni Duemila, hanno sospeso da tempo i pagamenti. Ci sono centinaia di cartelle Equitalia, maxi tabulati di elaborata lettura. Ma il Consorzio non ha alternative, chi non paga perde l’acqua.

«Ma il discorso è altrettanto chiaro sulla possibilità di regolarizzarsi. Ciò che noi chiediamo agli utenti morosi è che non si sottraggano al confronto, ma che si presentino e concordino una linea di rientro», dice ancora Abis. Insomma, davanti alla possibilità che i crediti del Consorzio si trasformino in sofferenze, ossia in denari che l’ente non vedrà mai più, c’è una mano tesa e una disponibilità a chi dimostra la volontà di rientrare. D’altronde il Consorzio si comporta esattamente come qualunque altro ente che eroga servizi pubblici: chi non paga perde il beneficio. «Certamente ci sono utenti che magari non sanno nemmeno di essere in debito, ma molti dei morosi che non pagano lo sanno. Il Consorzio non sta procedendo ad alcuno slaccio, questo tempo sarà utilizzato per contattare i morosi e invitarli a discutere la loro posizione», conclude Abis. Ci sono circa 9 milioni di euro in riscossione attraverso cartelle emesse da Equitalia. L’obiettivo è evitare che molti crediti vadano definitivamente perduti.

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