La Nuova Sardegna

Oristano

Impianto di smaltimento, la minoranza: serve qui

di Simonetta Selloni
Impianto di smaltimento, la minoranza: serve qui

Arborea, l’opposizione contesta il no al sistema di trattamento delle carcasse «Questo è il paese che produce il maggior numero di animali morti e di residui»

07 novembre 2017
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ARBOREA. Il Consiglio comunale di Arborea si è espresso contro la realizzazione da parte del Consorzio industriale di Oristano di un impianto di trattamento delle carcasse animali e dei resti di macellazione, votando contro questa eventualità lo scorso 30 ottobre. Ma sulla votazione la minoranza si è astenuta, con articolate motivazioni da parte dei consiglieri dei gruppi Sorridi Arborea e Progetto Arborea. «Alla base della posizione della minoranza era la considerazione che, le ragioni che portarono nel 2005 il Consiglio Comunale ad approvare l’idea progetto del Cipor, non sono cambiate; ovvero Arborea era ed è il paese in Sardegna che produce il maggior numero di animali morti e il maggior quantitativo di residui di macellazioni». Così scrivono Marco Pinna, Antonio Montisci e Giovanni Marras, per i quali sul progetto dell’impianto sarebbe stata necessaria non una bocciatura ma l’apertura di «un tavolo di confronto con la Regione per verificare esigenze e soluzioni, volte ad appurare se il quantum stanziato fosse ritenuto sufficiente ad attivare un attività di smaltimento carcasse e resti di macellazione a recupero e non già per un solo bruciatore, come ha presentato la maggioranza del Consiglio comunale, se il sito, preventivamente indicato dal Cipor, fosse ancora ritenuto idoneo». Il riferimento è alla convenzione del 2006 per la realizzazione dell’impianto di trattamento dei rifiuti di Masangionis firmata dal Cipor e dal Comune, che prevede l’impegno da parte del Consorzio, «di presentare al Comune una proposta con piano di fattibilità, per la realizzazione di un impianto per lo smaltimento delle carcasse». Inoltre, «La maggioranza ha ritenuto che oggi il problema abbia trovato soluzione grazie al contributo assicurativo pagato in gran parte dal Consorzio fidi regionale; questo per il problema dello smaltimento delle carcasse animali mentre per gli scarti di macellazione non è stato presentata nessuna soluzione». Il ricorso al Consorzio fidi, per Pinna, Marras e Montisci, non può essere considerato una soluzione perché temporanea. Inoltre, «La minoranza valuta che non può essere considerata soluzione valida quella che passa per un trattamento che prevede il congelamento della carcassa in Sardegna per essere poi trasformata in uno stabilimento del continente. Ancora peggio per i resti di macellazione che vanno anche loro congelati e poi smaltiti per intero in quel medesimo modo senza però alcun contributo del Consorzio fidi». Per l’opposizione, «il bruciatore non è considerato conforme con i tempi e con le risorse impegnate ma è ritenuto consono un impianto di smaltimento a recupero per categoria uno, con produzione di oli, farine ed energia».

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