La Nuova Sardegna

BOSA. «Gli ultimi sognano a colori», è il libro scritto a quattro mani da padre Salvatore Morittu, fondatore della comunità di recupero S’Aspru, e Giampaolo Cassitta, funzionario del ministero di giustizia, che sarà presentato venerdì dall’Unitrè Bosa-Planargia-Montiferru, con appuntamento dalle 17.30 nella sala conferenze al primo piano dell’ex Iniasa di via Azuni 9. A moderare il dialogo degli autori il capo redattore centrale della Nuova Sardegna Francesco Pinna. Il libro di padre Salvatore Morittu e Giampaolo Cassitta racconta l’intensa vicenda, umana e spirituale, del francescano che in Sardegna è stato pioniere nel recupero dalle tossicodipendenze. In parallelo con la nascita nelle campagne di Sorso della comunità ancora oggi in prima linea in questo delicato settore della vita sociale. Bonorva, Firenze, Cagliari, Roma, Gerusalemme e il deserto di Palmira, le fertili campagne del centro del Mejlogu i luoghi fisici e simbolo di un’esistenza spesa per gli altri. Con punti di riferimento Francesco d’Assisi e Papa Giovanni, come pure Franco Basaglia e Fabrizio de Andrè. Un’oasi nel deserto del rigetto sociale e dell’infelicità personale, acuita spesso dalla solitudine di chi nella sua strada ha incontrato la dipendenza, quella di S’Aspru. Da quando negli anni ‘80 la droga faceva strage di giovani anche nelle strade dell’isola, dove il peso delle risposte era per la maggior parte ripiegato tra la discrezione e la vergogna delle quattro mura domestiche, per i più fortunati. Padre Morittu spalancò le porte della comunità nelle campagne di Sorso, che ancora oggi, dopo 35 anni di fatica e risultati, sconfitte e silenziose vittorie, è uno dei baluardi e simboli fra le strutture di recupero dalle tossicodipendenze. A raccontare questo lungo percorso di vita, ispirato dai grandi uomini della Chiesa e della società contemporanea, Giampaolo Cassitta. Che nel libro racconta, come in un romanzo, le vicissitudini di padre Morittu, soprattutto le emozioni di una vita spesa per gli altri, per il loro riscatto umano e personale, quanto inevitabilmente collettivo. (al.fa.)