La Nuova Sardegna

Oristano

Carabinieri infedeli il processo si chiude con due condanne

di Enrico Carta
Carabinieri infedeli il processo si chiude con due condanne

Mogoro, terminato il primo grado per i reati contestati: prove artefatte e registri falsi. Ora il capitolo risarcimenti  

15 novembre 2017
2 MINUTI DI LETTURA





MOGORO. Mancava l’ultimo capitolo del processo di primo grado. La sentenza è arrivata e parla di condanna. Ci sarà certamente l’appello, ma al momento i due carabinieri in servizio fino a qualche anno fa alla Compagnia di Mogoro si ritrovano a dover fare i conti con la decisione dei giudici. Nell’ultima tranche del procedimento collegato all’inchiesta per le “divise infedeli”, il tribunale, presieduto da Carla Altieri (giudici a latere Giuseppe Carta e Maurizio Lubrano) ha ritenuto colpevoli il maresciallo Mario Arnò e l’appuntato Massimiliano Mazzotta. Il primo è stato condannato a un anno e nove mesi, pena che si va ad aggiungere a quella precedentemente patteggiata di due anni; il secondo a un anno e nove mesi per una serie di capi d’imputazione e a due anni e nove mesi per altri reati che gli venivano contestati. Il collegio ha poi deciso per Massimiliano Mazzotta, che è stato recentemente riammesso in servizio, la rimozione in grado, misura che si applica ai militari in servizio.

La sentenza apre poi una serie di nuovi fronti che riguardano però le questioni dei risarcimenti alle parti offese di cui si occuperà la sezione civile del tribunale. Per il momento il pronunciamento mette la parola fine sul primo grado del processo che aveva visto anche i patteggiamenti dell’ex comandante della Compagnia di Mogoro, Renè Biancheri, e del maresciallo Giuseppe Angelo Canu per quanto riguarda i carabinieri, mentre il processo si era concluso o con la condanna o con il patteggiamento anche per chi non indossava la divisa come l’investigatore privato Gianmarco Fadda o i confidenti dei carabinieri Cristian Vacca e Giuseppe Paolo Porcu.

In quest’ultima fase processuale, il pubblico ministero Rossella Spano contestava una serie di reati a Mario Arnò e Massimiliano Mazzotta. Su alcuni capi d’imputazione come il peculato per Massimiliano Mazzotta e la detenzione di stupefacente sequestrato a Mario Arnò, il tribunale ha pronunciato la sentenza di assoluzione, ma la gran parte dei reati contestati – calunnia, falso e minacce per commettere un reato – è rimasta in piedi nonostante la ferma opposizione degli avvocati difensori Franco Villa e Veronica Bongiovanni. Secondo l’accusa, i militari costruivano prove artefatte per arrivare a incastrare alcune persone, secondo la difesa c’è stato invece un clamoroso ribaltamento della realtà per cui le forze dell’ordine sono state trasformate ingiustamente in imputati.

Sarà materia di scontro anche al certo processo che ci sarà in appello, mentre l’altro capitolo si aprirà di fronte alla sezione civile dove le parti offese Massimiliano Stella e Ugo Zucca mirano a ottenere il risarcimento dei danni dopo essere stati condannati ingiustamente diverso tempo fa sulla base di prove costruite ad arte.

In Primo Piano
Santissima Annunziata

Sennori, cade dallo scooter all’ingresso del paese: grave una sedicenne di Sorso

Video

Impotenza maschile e suv, ne discutono le donne: la risposta di Geppi Cucciari ai talk show dove soli uomini parlano di aborto

Le nostre iniziative