La Nuova Sardegna

Oristano

Marchi taroccati, i beni sequestrati andranno ai poveri

di Michela Cuccu
Marchi taroccati, i beni sequestrati andranno ai poveri

Accordo tra procura della Repubblica, Diocesi e Caritas. L’esercito dei bisognosi cresce: l’impegno dei volontari

16 novembre 2017
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ORISTANO. Da corpi del reato a graditi doni per i bisognosi. Non sarà sufficiente a fermare il business a nove zeri della contraffazione, m, una volta tanto, i prodotti realizzati e immessi illegalmente sul mercato, non potranno più rappresentare un danno, ma un beneficio. A favore delle classi meno abbienti. Insomma, i capi di abbigliamento e accessori, ma anche altri generi merceologici taroccati che verranno sequestrati dall’autorità giudiziaria non saranno più destinati alla distruzione, ma distribuiti dalla Caritas ai suoi assistiti. È quasi una rivoluzione nel segno della legalità e contro gli sprechi, il Protocollo d’intesa siglato ieri fra la Procura della Repubblica, l’Arcidiocesi e la Caritas diocesana.

Spesso le merci sequestrate vengono consegnate alle opere del volontariato per essere distribuite fra i bisognosi. La novità è che il protocollo firmato a Oristano è il primo in Sardegna a stringere un collegamento diretto fra le forze di polizia giudiziaria e la Caritas. Di fatto automatizzando e velocizzando un percorso virtuoso già conosciuto. Ieri, nella sala Giovanni Paolo II dell’Arcivescovado, il procuratore capo della Repubblica, Ezio Domenico Basso; l’arcivescovo Ignazio Sanna e la direttrice della Caritas diocesana, Giovanna Lai, hanno siglato l’accordo che assegnerà uno scopo benefico alle merci taroccate sequestrate.

«La procura avrà un ruolo di collegamento con le forze di polizia giudiziaria, rendendo snello il sistema di assegnazione dei beni sequestrati ai bisognosi», ha spiegato il procuratore della Repubblica, Ezio Domenico Basso. L’idea del protocollo d’intesa è partita dalla direttrice della Caritas diocesana, in prima linea per l’assistenza dei poveri, purtroppo in aumento. Nel corso del 2016, infatti, la Caritas, con 10.711 interventi di sostegno, ha assistito 689 i nuclei familiari, dei quali ben 200 che per la prima volta si presentavano agli sportelli di via Cagliari. L’incremento riguarda soprattutto i giovani fra i 18 e 34 anni (56 per cento) ma è altissimo il numero di famiglie con figli minorenni, sostenute da redditi al di sotto della soglia di povertà, spesso determinati da lavori saltuari e sempre di più in nero, e di divorziati e separati che hanno rappresentato il 21, per cento dei “primi ascolti”.

Numeri elevati anche per gli accessi al micro credito e al micro prestito, con 30 interventi nel corso del 2016 e dieci già da quest’anno, come sempre più alto è il numero di coloro che ottengono piccoli contributi (fra 500 e mille euro) da parte delle Diocesi.

«Se prima la povertà era in qualche modo ereditaria, con i meno abbienti che partivano già da una storia familiare fatta di difficoltà economiche – ha riferito Giovanna Lai – sono in crescita le nuove povertà».

In aumento anche il numero di richieste di interventi da parte di cittadini stranieri. L’arcivescovo Ignazio Sanna ha sottolineato l’importanza del protocollo non a caso siglato in occasione della Giornata mondiale dei poveri indetta da papa Francesco.

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