La Nuova Sardegna

Oristano

Il 25 novembre e la maglietta contestata

di Enrico Carta
Il 25 novembre e la maglietta contestata

Tra quelle con gli slogan ideati da Gavino Sanna ne spunta una in cui si fa esplicito riferimento a un atto sessuale

27 novembre 2017
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ORISTANO. Nel bel mezzo della Giornata contro la violenza sulle donne spunta una maglietta con uno slogan che non passa inosservato. La campagna di comunicazione promossa dal pluripremiato Gavino Sanna che ha prestato la sua opera per il Comune di Oristano gratuitamente, vista l’occasione contiene una frase non esattamente da convento e con un invito assai esplicito. Anziché rivolgere le proprie brame contro le donne, si esorta il soggetto, ovviamente di genere maschile, a provvedere da solo a placare i propri istinti sessuali. “La prossima volta......”, sottintendendo che ci si stia rivolgendo a chi ha già commesso uno stupro o una violenza sessuale, è meglio fare da sé.

Il messaggio, al di là della condanna giustissima di un reato inqualificabile, è forte. Proprio per questo qualcuno o più d’uno è sicuramente rimasto perplesso alla vista della maglietta immortalata in diverse foto scattate durante lo svolgimento delle manifestazioni del 25 novembre. Evidentemente gli esperti conoscono alla perfezione le vie della comunicazione moderna e avranno avuto le loro buone ragioni per aver operato una scelta simile. I meno esperti hanno per lo meno storto il naso e aggiunto qualche commento inevitabile sui social network dove c’era chi riteneva che, a sua volta, una frase del genere fosse violenta. Violenza verbale, ma pur sempre violenza.

Fatto sta che la maglietta nemmeno doveva apparire in questa circostanza. Tanto giura l’assessora ai Servizi Sociali, Pupa Tarantini, che spiega: «Era una maglietta destinata a un’altra campagna di comunicazione contro la violenza ai danni delle donne». Dove? A scuola. La sensibilizzazione per i ragazzi doveva essere quindi attuata nelle aule scolastiche attraverso lo slogan “La prossima volta fatti una s.” (qui abbreviato, perché la dicitura richiama esplicitamente l’atto sessuale). «Non è però rivolta ai ragazzini, ma al massimo all’ultimo anno delle superiori o forse all’università», prosegue Pupa Tarantini che non conosce al momento i dettagli di questa campagna di sensibilizzazione da attuare attraverso la sponda del Comune, dove diversi giovani hanno indossato la maglietta nell’ambito delle manifestazioni.

E, alla domanda se usare una frase così non sia a sua volta violento, risponde: «Chi pratica la violenza non lo fa certo in questi modi, agisce direttamente sulla vittima. Non mi permetto comunque di contestare il lavoro di Gavino Sanna che per questa campagna di comunicazione nelle scuole dovrà a sua volta svolgere il lavoro con la collaborazione indispensabile di uno psicologo. È uno slogan studiato per provocare e per instaurare un dialogo con i più giovani affinché comprendano che non si deve arrivare al compimento di atti violenti. Dietro il messaggio ci sono studi che io non mi permetto di criticare».

Lei no, qualcun altro forse sì.

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