La Nuova Sardegna

SEDILO. A dimostrazione che certe consuetudini sono dure a morire, anche quest’anno i ragazzi della leva hanno “onorato” la tradizione di scrivere per le strade del paese. Nella notte a cavallo di lunedì e martedì i diciottenni sono usciti muniti di pennelli e secchi di vernice lasciando traccia del loro passaggio nelle arterie urbane principali e in alcune vie interne, dove campeggiavano scritte inneggianti all’anno di nascita dei neo maggiorenni, gli sberleffi all’indirizzo della leva che li ha preceduti e scarabocchi di vario genere. Secondo le prime verifiche dell’amministrazione comunale i ragazzi non dovrebbero aver trasceso, né si sarebbero presi la libertà di imbrattare facciate e muri di proprietà privata o altri beni della collettività che non fossero le strade, benché deturparle si configuri come danneggiamento della cosa pubblica. Ma tant’è; per quanto discutibile e da molti maldigerita, la pratica di festeggiare il passaggio all’età adulta impiastricciando metri e metri di asfalto viene tollerata con una certa rassegnazione purché i contenuti non sconfinino nel turpiloquio, nell’offesa o nell’insulto. Un limite che sembra sia stato rispettato anche quest’anno. Gli autori delle scritte si sono sbizzarriti per lo più con frasi irriverenti all’ indirizzo di amici e conoscenti più grandi e con qualche intervento sulla segnaletica orizzontale, che andava sì rinfrescata, ma dagli addetti ai lavori. Non è mancata qualche licenza, veniale, come quella che alcuni scribi si sono presi nei confronti dell’Arst, presa di mira forse per le condizioni in cui versano i pullman più vetusti su cui sono spesso costretti a viaggiare i pendolari che frequentano gli istituti superiori di Macomer. Dai sedili rotti e dalle fermate fuoriprogramma causa guasto si è passati, quest’anno, alle infiltrazioni d’acqua che hanno obbligato alcuni studenti a viaggiare in piedi e con gli ombrelli aperti.