La Nuova Sardegna

Oristano

Gas naturale liquido il Grig chiede la “Via” per i tre progetti

di Enrico Carta
Gas naturale liquido il Grig chiede la “Via” per i tre progetti

Il Gruppo d’intervento giuridico pronostica inquinamento: «Danni per l’ecosistema lagunare e per la pesca»

12 dicembre 2017
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SANTA GIUSTA. Piogge acide, traffico, tracollo dell’economia legata alla pesca. È uno scenario da mezza catastrofe quello tratteggiato dal Gruppo d’intervento giuridico che chiede che gli impianti per il deposito costiero di gas naturale liquido siano sottoposti alla Valutazione d’impatto ambientale. A finire nel mirino dell’associazione guidata da Stefano Deliperi è per ora quello più indietro tra i tre progetti ossia quello della Ivi Petrolifera che si andrebbe ad affiancare agli altri in fase più avanzata che portano la firma della Edison e della Higas.

Di fronte ai colossi dell’energia, il Gruppo d’intervento giuridico vorrebbe mettere dei paletti che ne rallentino la corsa. Questi prevedono la realizzazione dei tre impianti i quali avrebbero una capacità di stoccaggio complessiva di 28mila metri cubi di gnl – alla capacità di 9mila metri cubi dell’impianto della Ivi vanno sommati gli altrettanti previsti dal deposito Higas e i 10mila di quello Edison–. Così due giorni fa c’è stata la richiesta al Servizio valutazioni ambientali della Regione affinché venga dichiarato l’obbligo di sottoporre il progetto alla VIA.

Per il Consorzio Industriale, i depositi costieri di gnl sono il fiore all’occhiello di una programmazione energetica che guarda all’innovazione. Per il Gruppo di intervento giuridico però questa innovazione va a scontrarsi con l’ambiente e l’economia consolidata della zona, dal momento che gli impianti sorgerebbero a ridosso di zone ad altissimo pregio ambientale e su cui gravano dei vincoli severissimi ai quali invece si contravverrebbe. «Già il dato dei 28mila metri cubi di gas stoccabile imporrebbe una valutazione complessiva degli impatti ambientali nell’ambito di un procedimento di impatto ambientale – spiega Stefano Deliperi –. Tali progetti appaiono in collegamento con i due progetti di gasdotto, la dorsale di trasporto del gas naturale e le relative derivazioni, di Società Gasdotti Italia e Snam Rete Gas in Sardegna e attualmente sottoposti a procedimento di Valutazione d’impatto ambientale. L’area dei progetti interessa la fascia costiera dei trecento metri dalla battigia marina, tutelata con vincolo paesaggistico e con vincolo di conservazione integrale, lo stagno di Santa Giusta che è Sito di importanza comunitaria e piccoli corsi d’acqua».

Proprio il sistema lagunare e la località di Sassu sono da sempre fondamentale risorsa di pesca e per questo una descrizione degli impianti diventa necessaria: «Prevedono, oltre ai serbatoi di stoccaggio, la costruzione di torce di emergenza. Quella prevista da Higas sarà alta 35 metri, quella prevista dalla Ivi Petrolifera sarà alta 10 metri. Saranno continuamente in funzione con la fiamma pilota che prevede l’emissione di NOx e CO. In caso di emergenza contemporanea dei tre impianti c’è anche il rischio di piogge acide e naturalmente la viabilità sarebbe sconvolta quotidianamente». La presenza di ben tre impianti di stoccaggio di gnl implicherebbe quindi un notevole incremento del traffico di mezzi pesanti, con tutte le ovvie conseguenze su una viabilità secondaria (strade provinciali n. 49 e n. 97) già oggi utilizzata per l’accesso al porto industriale, alle spiagge e al contesto agricolo di Arborea.

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