La Nuova Sardegna

Oristano

«Non rischierei la vita dei miei figli»

di Roberto Petretto
«Non rischierei la vita dei miei figli»

L’allevatore che ha ceduto l’area ha anche un’azienda agricola e zootecnica confinante: «Non ho paura dell’impianto»

13 gennaio 2018
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ORISTANO. Poche parole molto lavoro. E il cervello fino di chi guarda oltre: Battista Falconi è un imprenditore agricolo e zootecnico di Fonni che ha un’azienda a San Quirico, nelle campagne di Oristano. 54 anni, è lui il proprietario del terreno sul quale la società San Quirico Solar power vorrebbe realizzare l’impianto solare termodinamico. 55 ettari di terreno agricolo al centro della piana tra il capoluogo e il monte Arci, ma soprattutto al centro di polemiche infinite. Battista Falconi vorrebbe stare fuori dalle polemiche: «Guardi, io non ci vorrei entrare. Sono il proprietario del terreno, ho firmato un contratto e ho dato la mia disponibilità ma tenetemi fuori da questa polemica».

Convincerlo a rispondere a qualche domanda non è facile, ma alla fine qualcosa la dice. E d è tutt’altro che banale.

Si parla tanto del progetto termodinamico, ma forse è giusto sentire il parere del proprietario del terreno. Cosa dice di questa situazione?

Io so soltanto che ho firmato un contratto e sono contento di averlo fatto, tutto qui. Non è che abbia molto da dire».

Lei, oltre all’area che sta cedendo, ha anche degli altri terreni, ha un’azienda...

«Sì, nella nostra azienda produciamo riso e alleviamo bestiame».

Perché cede un’area per la costruzione di un impianto per il termodinamico?

«Quella zona è fuori dal comprensorio irriguo, non c’è l’acqua. Poi è una zona dove non ci sono canali di scolo. Quindi durante l’inverno, anche adesso, si impregna d’acqua e non riusciamo neanche a lavorarla. Per esempio non ci possiamo neppure far pascolare le pecore d’inverno perché le zampe degli animali affondano nel fango».

Non teme che un impianto, di tipo industriale, possa creare un danno alla sua azienda?

«No, assolutamente. È una zona marginale, confina con altri terreni che sono in parte del Comune, dove è stato fatto un grosso rimboschimento, e in parte dell’Assl. E poi con il resto della nostra azienda, c’è anche un bosco di lecci e sugherete che avevamo impiantato anni fa. Non interferisce minimamente col resto della nostra azienda».

Altri suoi colleghi sono di diverso parere , altri proprietari di terreni temono che l’impianto termodinamico possa danneggiarli? Lei non ha paura?

«No, non ho paura. Prima di dare il terreno mi sono informato. Ho chiesto, ho parlato con esperti, con ingegneri. Io sono il più vicino lì: pensa che ci manderei i miei figli a lavorare sapendo che potrebbero esserci dei rischi».

Una parte dei terreni che dovrebbero ospitare l’impianto sono di proprietà dell’Azienda socio sanitaria. Un accordo siglato nel 2014 tra l’allora Asl 5 e la San Quirico Solar Power «per la concessione del diritto di superficie per 30 anni e per una estensione di circa un ettaro e mezzo per la realizzazione di un impianto solare termodinamico».

La delibera dell’ottobre 2014 fissa anche in 500 euro l’anno il canone di locazione per il diritto di superficie, a partire dall'avvio dei lavori di realizzazione dell'impianto, e in 5mila euro una tantum «quale corrispettivo per la costituzione di una servitù (miglioramento fondiario) per il ripristino in calcestruzzo di un canale di scolo delle acque già esistente, funzionale all'impianto».

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