La Nuova Sardegna

Oristano

Nuova vita per il Foro Boario

di Roberto Petretto

Si studia la possibilità di riaprire la struttura e con Oristano Est l’intera zona dovrebbe mutare volto

15 gennaio 2018
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ORISTANO. Se ci fosse un’ideale classifica delle incompiute oristanesi, quella dell’ex Foro Boario occuperebbe di diritto almeno un posto sul podio. Frutto di un lavoro di recupero e ristrutturazione di un vecchio edificio al centro dell’area che in passato ospitava il mercato del bestiame, la struttura è da anni chiusa e inutilizzata. Ora potrebbe essere giunto il momento di una nuova vita.

L’ultimazione dei lavori era stata bloccata dal fallimento dell’impresa. C’era Angela Nonnis sindaco quando esplose il caso del Foro Boario, ma il problema aveva origini più antiche. Alcuni interventi avevano mostrato delle lacune: il pavimento, un tavolato di legno, si era sollevato in più punti, problemi anche agli impianti e agli infissi e i vandali avevano dato un contributo negli anni, introducendosi nei locali e danneggiando i servizi. Chiunque passi di fronte a quella struttura non può fare a meno di chiedersi perché da tanti anni sia ancora chiusa e stia andando, in parte in malora.

L’amministrazione Tendas, nella parte finale della legislatura, ha rimesso mano al problema. Ora con la Giunta Lutzu si è giunti a una fase decisiva: i fondi per risolvere i problemi, sanare i danneggiamenti e completare la struttura ci sono.

Rimane la questione della destinazione: dovrebbe diventare un museo di arte contemporanea, ma la Giunta sta studiando la questione e anche tentando di trovare i soldi per la conseguente scelta degli arredi.

L’area inoltre rientra nel più ampio programma di recupero delle periferie denominato Oristano est. Il Comune ha approvato a ottobre il progetto esecutivo del primo stralcio funzionale realizzato da Metassociati. Come cambierà il volto di una porzione importante della città, posta all’ingresso est? Il dato più importante dovrebbe essere la trasformazione dell’incrocio tra la via Sardegna, la via Vandalino Casu, la via Ricovero e la via Marconi. Un tratto congestionato in alcune ore del giorno e allagato in occasione di alcuni acquazzoni particolarmente violenti. Al posto dei semafori dovrebbe essere realizzata una rotonda che avrebbe il compito di rendere più fluido e scorrevole il traffico. Lo spazio non mancherebbe, magari smussando uno degli spigoli della piazza Pintus, dove sorge l’edificio centrale del Foro Boario.

«La metodologia di approccio progettuale - spiegano dalla Metassociati, la società che ha realizzato il progetto - è stata orientata ad interpretare la riqualificazione di via Marconi, una delle porte di accesso alla città, come l’opportunità di ricucire un fronte di importanti elementi catalizzatori».

Un parco urbano, la riqualificazione del ex-mercato, la scuola secondaria e gli spazi legati alla riqualificazione del Foro Boario sono i passaggi attraverso i quali arrivare a un recupero complessivo: «La riqualificazione della via comprende lo studio e il ridisegno delle geometrie rendendo compatibile con l’intensità del traffico locale, ma soprattutto eliminando le barriere architettoniche e favorendo l’uso e l’accesso dei diversamente abili».

Gli allagamenti dovrebbe diventare un ricordo: «Il progetto prevede come parte integrante dello studio dei sottoservizi il riuso delle acque meteoriche per il mantenimento del verde urbano».

La Piazza Giorgio Pintus diventa invece una sorta di «porta di accesso al parco». Quanto ci sarà da attendere? L’incognita rimane, ma un po’ di prudenza è obbligatoria.

@Petretto. @RIPRODUZIONE RISERVATA



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