La Nuova Sardegna

Oristano

Il questore: «Rispettate le norme»

Il questore: «Rispettate le norme»

Aliquò risponde al sindacato sull’organizzazione del lavoro negli uffici

31 gennaio 2018
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ORISTANO. «Qui si applicano le norme e si programma il lavoro»: il questore Giovanni Aliquò replica così alle accuse del sindacato di polizia Silp Cgil che ha denunciato violazioni nei rapporti sindacali. «Si parla di argomenti che non sono oggetto di relazioni sindacali. Movimenti, congedi sono disciplinati da norme precise. Se qualcuno mi sa dire quale norma è stata violata, gliene sarei grato».

Il questore Aliquò dice di aver agito nel rispetto delle regole e per il buon funzionamento degli uffici: «La questura è un’azienda che deve garantire la sicurezza. Qui mi pare di notare un tentativo di governare dall’esterno competenze che sono del datore di lavoro. Mi sorprende che si evochino comportamenti antisindacali, ma senza sostanziare queste accuse con elementi fattuali. Il sindacato è sempre stato chiamato e sentito alle riunioni».

Altro motivo di tensione la gestione degli straordinari: «Anche in questo caso - ribatte il questore - ci sono delle precise direttive dello Stato: niente risorse a pioggia, ma distribuite secondo le norme e in ossequio all’oculatezza che si deve ai soldi dello Stato e quindi dei cittadini. Posso dire che abbiamo gestito gli straordinari in modo ottimale e nei limiti previsti dal monte ore del ministero».

Anche nella gestione delle ferie il questore ritiene sia necessario intervenire: «Le pare normale che i tre quarti dei dipendenti della Questura debbano ancora usufruire di una parte delle ferie? Ripeto, la Questura è un’azienda e come tale deve anche programmare in modo oculato le ferie».

In merito all’accusa di rallentamento del funzionamento degli uffici Giovanni Aliquò ribatte: «L’ufficio passaporti rilascia il documento nei tempi previsti dalle norme. Generalmente in tre giorni. Vorrei sapere quante città d’Italia fanno lo stesso. Comunque la cosa che mi dispiace di più è che con queste accuse non si rende onore ai colleghi che lavorano negli uffici». (r.pe.)

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