Vendono asparagi, multa record
La polizia locale ha inflitto una sanzione di 5mila euro a tre cingalesi senza licenza
17 marzo 2018
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ORISTANO. Tutti avvisati: vendere asparagi, funghi, patate, agrumi, ma anche, ad esempio, rose (queste in particolare dentro i ristoranti), può avere un prezzo altissimo. E sì. Ieri mattina, tre cingalesi che vendevano asparagi nel mercatino di via Aristana, sono stati multati dagli agenti del reparto Annonario della Polizia locale. Avevano 15 chili di asparagi, tutti belli raccolti in fasce, ma purtroppo non avevano la licenza regolare. Abusivi, si chiamano: e come tali, sono stati sanzionati a regola d’arte, per la bella cifra di 5mila euro. Che, come prevedibile, nessuno mai pagherà: ma tanto basta, perchè, si spiega in una nota dell’amministrazione comunale, «gli agenti della Polizia locale, sono impegnati in una serie di controlli contro le vendite irregolari e a tutela di chi invece osserva le norme sul commercio». Insomma, gli irregolari sono stati individuati e puniti secondo legge.
C’è, di questi tempi, chi prova ad arrangiarsi come può. Probabilmente i tre cingalesi appartengono a questa pletora di persone che cercano di tirare su qualche soldo. C’è un’altra lettura alla vicenda: in altre città, anche dell’isola, li si vede in alcune strade, loro e altri extracomunitari, che probabilmente prima di arrivare nell’isola non sapevano nemmeno dell’esistenza degli asparagi. Non è escluso che vendano su commissione: e anche in questo caso non si tratta certamente di speculazioni finanziarie. Poveracci che si barcamenano come meglio possono.
Non sono commercianti in rega. Giusto. Non lo sono nemmeno quelli che nelle piazzole della 131 li espongono agli automobilisti che vorrebbero andarseli a prendere in campagna, ma non possono. Lo stesso dicasi per funghi, formaggi, e via discorrendo. Piccole quantità, il mercato globale può dirsi salvo. Non è una giustificazione, una semplice constatazione.
Per la cronaca, tutti i 15 chili di asparagi sono stati donati alla mensa della Carità delle figlie di San Giuseppe. Sarebbe curioso sapere se magari finiranno nel piatto di qualcuno di questi disperati che va lì per racimolare almeno un pasto caldo al giorno.(simonetta selloni)
C’è, di questi tempi, chi prova ad arrangiarsi come può. Probabilmente i tre cingalesi appartengono a questa pletora di persone che cercano di tirare su qualche soldo. C’è un’altra lettura alla vicenda: in altre città, anche dell’isola, li si vede in alcune strade, loro e altri extracomunitari, che probabilmente prima di arrivare nell’isola non sapevano nemmeno dell’esistenza degli asparagi. Non è escluso che vendano su commissione: e anche in questo caso non si tratta certamente di speculazioni finanziarie. Poveracci che si barcamenano come meglio possono.
Non sono commercianti in rega. Giusto. Non lo sono nemmeno quelli che nelle piazzole della 131 li espongono agli automobilisti che vorrebbero andarseli a prendere in campagna, ma non possono. Lo stesso dicasi per funghi, formaggi, e via discorrendo. Piccole quantità, il mercato globale può dirsi salvo. Non è una giustificazione, una semplice constatazione.
Per la cronaca, tutti i 15 chili di asparagi sono stati donati alla mensa della Carità delle figlie di San Giuseppe. Sarebbe curioso sapere se magari finiranno nel piatto di qualcuno di questi disperati che va lì per racimolare almeno un pasto caldo al giorno.(simonetta selloni)
