La Nuova Sardegna

Oristano

Lo stop alla Serdan Tess Indagini partite da lontano

di Simonetta Selloni
Lo stop alla Serdan Tess Indagini partite da lontano

Santa Giusta, l’azienda sotto interdizione prefettizia per infiltrazione mafiosa Il legale dei soci: non conosciamo le carte, i miei assistiti totalmente puliti 

24 marzo 2018
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SANTA GIUSTA. I soci della Serdan Tess srl di Santa Giusta nei cui confronti è stato emesso un provvedimento di interdizione prefettizia per sospetta infiltrazione mafiosa scelgono la strada del silenzio. Giandomenico Piras, rappresentante legale, e Matteo Garau, socio della ditta che si occupa del ritiro e riciclo di indumenti usati (servizio svolto anche per il Comune di Oristano) non sono raggiungibili. Il loro avvocato, Gianfranco Siuni, è di poche parole: «Abbiamo ricevuto mercoledì la notifica del provvedimento e abbiamo subito chiesto copia degli atti. Ci sono trenta giorni di tempo perché ci vengano resi disponibili. Allo stato delle cose, non sappiamo su quali basi si fondi il provvedimento, visto che nella stessa misura si specifica che la condotta dei due soci non è censurabile, tanto meno sotto profili assimilabili a contiguità mafiosa. Siamo certi che si farà chiarezza». L’azienda occupa nove persone, e tra le conseguenze dell’interdizione c’è il blocco delle attività e la rescissione dei contratti pubblici in essere. Contro la misura sarà proposto ricorso al Tar.

Non ci sono indiscrezioni sul provvedimento firmato dal prefetto Giuseppe Guetta, a sostegno del quale c’è un imponente mole documentale raccolta dagli investigatori del Comando provinciale della Guardia di finanza. È verosimile pensare che le mosse degli accertamenti siano partite dal collegamento della ditta con la casa madre Eurotess srl con sede a Montemurlo (Prato). Questa azienda è finita nelle maglie di un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Firenze per un traffico di abiti usati gestito dalla camorra. Il processo si è concluso con otto condanne. Il figlio di uno dei titolari della Eurotess coinvolti in quell’inchiesta, ma del tutto estraneo alla vicenda, risulta tra i soci della prima ora della Serdan Tess srl, con Matteo Garau. Tra la casa madre e la Serdan c’è stata una compravendita di cassonetti da adibire al ritiro degli indumenti usati, e questa potrebbe essere la traccia che conduce agli accertamenti e alla conseguente interdizione, misura che in provincia di Oristano viene applicata per la prima volta.

Intanto, dalla Prefettura, che ha notificato l’interdizione anche all’amministrazione provinciale di Oristano (competente sul trattamento dei rifiuti) sono state inviate note anche ai Comuni nei quali la Serdan Tess si è aggiudicata l’appalto. «La Prefettura ci ha inviato una comunicazione ieri sera, con le indicazioni su cosa preveda la normativa. Ma poiché l’appalto scade l’8 aprile, non sarà necessaria la rescissione. Ci adopereremo per un affidamento provvisorio per non interrompere il servizio», ha detto l’assessore comunale all’Ambiente del Comune di Oristano Gianfranco Licheri.

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