La Nuova Sardegna

Oristano

Centro servizi, vince Santa Giusta

di Enrico Carta
Centro servizi, vince Santa Giusta

Battaglia legale al Tar contro la Camera di commercio che chiedeva 3 milioni

20 aprile 2018
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ORISTANO. Si gioca a braccio di ferro sui tavoli del Tar. Da una parte il Comune di Santa Giusta che vince la causa al Tar, dall’altra la Camera di Commercio che sperava di avere indietro i soldi spesi e di intascare anche un lauto risarcimento dei danni e invece si ritrova sconfitta. Il motivo del contendere era la mancata costruzione del centro servizi che la Camera di Commercio avrebbe voluto realizzare alla periferia del paese lagunare nella zona che si affaccia sulla 131. Roba figlia di un’altra stagione politica in cui i due enti sembravano poter camminare a braccetto.

È finita invece come nel peggiore dei matrimoni con tre milioni di euro che ballavano nel bel mezzo della disputa tra chi, dopo esser convolato a nozze, non sentiva più la corrispondenza di amorosi sensi. Tutto inizia nell’ottobre 2007 quando la Camera di Commercio individua il terreno su cui far nascere il centro servizi. Viene stipulato l’accordo di programma col Comune di Santa Giusta in cui si definiscono anche i tempi per l’acquisto dell’area e quelli per il rilascio delle concessioni edilizie. La superficie in quel momento è gravata da usi civici, ma Argea autorizza alla sua alienazione purché entro due anni si inizi a realizzare l’opera. In quei mesi del 2007 si corre e il primo traguardo viene tagliato quando si stipula il contratto. È il momento in cui la Camera di Commercio acquista l’area pagandola 1 milione e 466mila euro. Poi tutto si arena, la concessione non arriva o, come chiariranno i giudici, non viene richiesta per tempo. Sono infatti passati i due anni stabiliti quando la Camera di Commercio si fa viva per avere la concessione edilizia e procedere con la costruzione del centro servizi.

Nel frattempo però l’alienazione stabilita precedentemente da Argea non è più valida e l’area è ritornata in possesso del Comune con in più le opere di recinzione e altri piccoli lavori già effettuati. È allora che la Camera di Commercio sceglie la strada del tribunale dove però le cose non le vanno per il meglio. Ai giudici del Tar l’avvocato dell’ente, Enrico Salone, chiede la restituzione di quel milione e 466mila euro spesi per l’acquisto; vuole indietro 500mila euro per aver perso un contributo di Unioncamere; altri 125mila per aver mancato l’appuntamento con l’installazione di un impianto fotovoltaico; 70mila per contratti di affitto che non si sono mai potuti stipulare e una barca di interessi.

Il Comune, assistito dall’avvocato Luca Casula, sostiene che i ritardi fossero completamente imputabili alla Camera di Commercio che aveva avviato in ritardo il procedimento per il rilascio della concessione edilizia, quando cioè l’alienazione non aveva più efficacia e Santa Giusta era ritornata in possesso del terreno tanto ambito. In più, come recita la sentenza, anche il tribunale a cui rivolgersi era quello sbagliato. Non il Tar, ma il giudice ordinario avrebbe dovuto occuparsi del caso. Fatto sta che i tre milioni chiesti non si muoveranno dalle casse comunali. (e.c.)

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