La Nuova Sardegna

Oristano

Operazione “Melograno”: un patteggiamento per nove

di Enrico Carta
Operazione “Melograno”: un patteggiamento per nove

Traffico di droga e soldi falsi: c’è l’accordo tra il pubblico ministero e quasi tutti gli imputati Pene già stabilite ma da definire il 23 luglio di fronte al giudice per le udienze preliminari

08 maggio 2018
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ORISTANO. Dai rami del Melograno – così fu ribattezzata l’operazione dei carabinieri – spuntano nove patteggiamenti. Due sono stati già definiti nelle scorse settimane, prima ancora che l’inchiesta si concludesse. Terminata l’indagine anche altri sette imputati scelgono la via più breve per saldare il debito con la giustizia. Resta un decimo imputato che invece non sceglierà riti alternativi. Tutto si deciderà il 23 luglio, intanto però il nutrito collegio difensivo ha trovato già l’accordo col pubblico ministero Armando Mammone. Un difetto di notifica ha costretto il giudice per le udienze preliminari al rinvio, ma la storia di questo procedimento per spaccio di droga e di soldi falsi è ormai segnata.

Dalla scena sono spariti già da qualche tempo i due imputati di origine campana, Giuseppe e Luigi Ambrosio, 49 e 26 anni, padre e figlio di San Giuseppe Vesuviano che svolgono in Sardegna la loro attività di commercianti ambulanti. Il loro patteggiamento è ormai datato, prossimo al traguardo e già definito è invece quello di altri sette imputati. Le pene che ovviamente dovranno essere ratificate dal giudice sono così distribuite: Giovanni Dessì, allevatore di 53 anni di Villaurbana difeso dall’avvocato Tiziana Forma, patteggerà tre anni e sei mesi; i coniugi Giovanni Mocci e Romina Ibba, 54 e 46 anni residenti nella borgata oristanese di San Quirico difesi dall’avvocato Daniela Schirru, patteggeranno rispettivamente tre anni e due anni e due mesi; Mario Murgia, macellaio 51enne di Marrubiu che svolge la sua attività a Oristano difeso dall’avvocato Antonio Leoni, tre anni; Andrea Cauli, 48 anni, di San Quirico, difeso dall’avvocato Massimiliano Carta, un anno e due mesi, mentre il figlio Matteo dovrebbe avere la possibilità di essere ammesso all’istituto della messa alla prova in alternativa a un patteggiamento di otto mesi; Michele Illotta, 46 anni di Simaxis difeso dall’avvocato Angela Caratzu, patteggerà 6 mesi. Resta l’ultimo imputato, il 38enne di Ottana Domenico Lai. Difeso dall’avvocato Antonello Cao non ha intenzione di scendere a patti con la pubblica accusa e si giocherà le sue chance di assoluzione sin dall’udienza preliminare.

Tutto il resto invece appare già scritto. Evidentemente il lavoro fatto dagli inquirenti si può definire blindato. A una serie di appostamenti e di riscontri raccolti direttamente sul campo, i carabinieri della Compagnia di Oristano abbinarono un fiume di intercettazioni che smascherò il traffico ben amalgamato di soldi falsi e droga che, un po’ alla rinfusa, toccava il capoluogo e alcuni centri limitrofi per arrivare sino al Nuorese. Il blitz scattò a metà novembre, quando furono eseguite una serie di misure cautelari. Da quel momento la strada verso la conclusione del procedimento è stata quanto mai breve e in discesa.

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