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Oristano

Ragazzo travolto dal treno a Santa Giusta, in 700 per la verità

Ragazzo travolto dal treno a Santa Giusta, in 700 per la verità

SANTA GIUSTA. Le firme sono oltre settecento. Ora non è più solo una famiglia avvolta dal dramma che chiede risposte di fronte ai dubbi. La mobilitazione coinvolge infatti tutta Santa Giusta che ha...

22 maggio 2018
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SANTA GIUSTA. Le firme sono oltre settecento. Ora non è più solo una famiglia avvolta dal dramma che chiede risposte di fronte ai dubbi. La mobilitazione coinvolge infatti tutta Santa Giusta che ha avviato una petizione e va anche oltre i confini del paese lagunare, teatro dell’incidente ferroviario in cui, nel marzo dell’anno scorso, perse la vita il giovane Nicola Bussu. La battaglia dei genitori continua anche fuori dalle sedi istituzionali da dove ancora non arrivano risposte. I genitori Giuseppe Bussu e Rita Salis avevano chiesto la riapertura dell’inchiesta sulla tragica fine del figlio travolto da un treno sui binari della tratta Cagliari-Oristano proprio mentre il convoglio attraversava la zona di Santa Giusta. Il ragazzo si trovava accanto ai binari e fu colpito da una carrozza. Sembrava il classico caso di suicidio, ma i dubbi si sono pian piano affacciati nella mente dei genitori che ora, attraverso l’avvocato Samantha Baglieri che ha in mano una perizia affidata all’ingegnere Michele Troili, hanno inoltrato alla procura la richiesta di riapertura delle indagini.

A febbraio è stata depositata l’istanza, dopo oltre tre mesi però dagli inquirenti non è arrivato alcun cenno. È pur vero che i termini per esaminare il fascicolo alla luce delle osservazioni contenute nella perizia dei familiari, non sono ancora scaduti, allo stesso tempo chi ha perso un figlio in un modo così tragico ritiene di aver diritto ad avere una risposta. Fosse anche negativa.

Nelle scorse settimane, la famiglia Bussu è stata accompagnata da un moto di solidarietà collettiva e alla festa che si è svolta in paese il ragazzo è stato più volte ricordato e al centro persino di manifestazioni. Ora parte questo nuovo appello a cui la madre Rita Salis pensa di dare seguito con una manifestazione pubblica di fronte alle sedi istituzionali. La speranza è sempre quella di una risposta.

Enrico Carta

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