La Nuova Sardegna

Oristano

Il Sap boccia il “metodo Aliquò”

di Enrico Carta
Il Sap boccia il “metodo Aliquò”

Il Sindacato Autonomo critica la gestione della Sartiglia e del personale fatta dal questore in partenza

25 maggio 2018
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ORISTANO. Non c’eravamo mai amati. L’addio del questore Giovanni Aliquò non sarà accompagnato da lacrime nelle palazzi di via Beatrice d’Arborea, sede della Questura. Anzi, alla vigilia del suo trasferimento a Roma alla Direzione Centrale per le risorse umane come consigliere ministeriale aggiunto per le esigenze dell’area di staff, il Sindacato autonomo di Polizia redige un documento in cui le critiche al dirigente non vengono certo risparmiate. I segretari regionale e provinciale del Sap, Gian Cosimo Masala e Salvatore Casu, si muovono tra due terreni – Sartiglia e gestione delle risorse interne – sui quali si innesta la polemica che, non a caso, arriva all’indomani dell’intervista dello stesso Giovanni Aliquò rilasciata alla Nuova Sardegna.

L’esordio del documento toglie ogni dubbio: «Tacere, di fronte ai fatti e alle dichiarazioni che hanno reso protagonista il questore Aliquò, per lavare i panni sporchi in casa, significa lasciare una macchia indelebile alla città che amiamo». È come se ormai quella trincea che si è scavata all’indomani dello scontro generato dalle procedure antidoping sui cavalieri della giostra sia insuperabile. Da una parte c’è chi approva, dall’altra chi contesta e non ha timore di dirlo. Del resto già nei giorni successivi allo sciopero di carnevale fu fatta la segnalazione al capo della Polizia di Stato tramite il segretario nazionale del Sap, Gianni Tonelli che oggi è deputato per la Lega. «Mai in vent’anni – scrivono i due sindacalisti – avevamo assistito a niente di simile. Da subito il Sap ritenne che il questore, con un’azione smisurata durante lo svolgimento della Sartiglia e mai attuata da nessun altro questore, tanto meno dal Coni, creò un forte danno all’immagine della città e delle sue tradizioni. In più, nella circostanza, si sono corsi inutili rischi per i colleghi e per il pubblico disceso dagli spalti e riversatosi in pista a causa dello sciopero».

Il documento chiarisce che non c’è rancore, ma il Sap sottolinea che da subito c’è stata forte preoccupazione per la piega che stava prendendo la questione. C’era «il forte presagio dei possibili problemi che sarebbero potuti insorgere interferendo con l’attività di controllo durante lo svolgimento della manifestazione centenaria». Il tutto con procedure «inopportune e mai attuate in altre manifestazioni», rendendo «arduo e pericoloso», il compito dei poliziotti che avrebbero dovuto occuparsene. E sempre sui controlli, il sindacato rimarca: «Se veramente dovevano essere preventivi ai fini della pubblica sicurezza, si sarebbero dovuti fare a campione ben prima della giostra ed il giorno successivo». Si sarebbe così rispettata l’ordinanza Martini del 2009, anche perché «di preventivo nell’immediato c’era ben poco, non potendo i risultati essere disponibili in tempo breve e nella stessa giornata a meno di svolgere analisi che non provano l’alterazione psico-fisica».

È ancora sulla piaga sociale della droga che il Sap si sofferma non prima di aver ricordato che Oristano è una delle città più tranquille d’Italia e che non c’erano all’orizzonte segnali di maggiori problemi rispetto al passato: «Le forze di polizia hanno strumenti ben più efficaci di repressione sull’uso di droga per il quale esiste già un alto livello di prevenzione in strada e nei luoghi di aggregazione dei giovani». La chiusura del documento, che evidenzia anche gravi problemi interni alla questura sulla gestione del personale, è un benvenuto al successore di Giovanni Aliquò: «Il messaggio che vogliamo mandare ai colleghi, alle istituzioni e alla comunità esterna, di cui facciamo anche noi parte, è che ci sono ottimi auspici per ricostruire l’ottimo rapporto basato sul reciproco rispetto dei ruoli». È il saluto d’accoglienza al prossimo Questore, il dottor Ferdinando Rossi.

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