La Nuova Sardegna

Oristano

Patenti speciali, il rinnovo è un’odissea

di Caterina Angotzi
Patenti speciali, il rinnovo è un’odissea

Uffici aperti per poco tempo, code, ticket: così gli utenti restano impigliati tra le inestricabili maglie della burocrazia

08 giugno 2018
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ORISTANO. Mentre la sanità sarda insegue il sogno della riorganizzazione e del contenimento delle spese, i cittadini continuano a scontrarsi con tutto ciò che, se prima non andava bene, ora va ancora peggio. La riprova la dà anche il tortuoso cammino che si deve fare per il rinnovo delle patenti speciali, quelle che richiedono la visita davanti a una commissione medica che stabilisce l’idoneità alla guida, prescrivendone tempi e modi.

Non è certo il problema maggiore della sanità, ma sicuramente è molto fastidioso per chi è costretto a rivolgersi all’Ufficio patenti speciali. Lo fa da persona già svantaggiata, ma non abbastanza perché poi occorre superare vere e proprie prove di resistenza negli uffici di via Carducci. Primo fra tutti, sperare di capitare nei giorni in cui sono aperti al pubblico: lunedì dalle 11 alle 12.45, martedì e mercoledì chiuso, giovedì dalle 15.30 alle 17, venerdì dalle 11 alle 12.45. Ma come spiega il manager dell’Assl, Mariano Meloni: «Tutti gli uffici aprono al pubblico solo in alcuni giorni e orari, non vedo perché noi dovremo fare diversamente».

Una volta azzeccato giorno e orario si può quindi ritirare il bigliettino numerato e andare al quinto piano. Qui un’impiegata consegna tre bollettini prestampati per le imposte di bollo, il certificato anamnestico da compilare e un promemoria con l’elenco dei documenti da portare per prenotare la visita. Ma andare a pagare significa non riuscire a tornare in tempo per espletare tutta la pratica utile per la prenotazione. Quindi trascorre una giornata solo per ritirare i bollettini. Allora si spostano impegni e appuntamenti per tornare nei giorni indicati. Si arriva in anticipo per non fare la fila ma, varcata la soglia, si capisce che tutti gli altri hanno avuto la stessa idea.

Nell’androne non si sa dove allungare la mano perché ci sono due erogatori di ticket numerati. «Se è per prenotare il rinnovo patente – irrompe la guardia uscendo dalla postazione –, adesso deve prendere il pre numero». Si guardano tutti con stupore e ragionevolmente chiedono il perché. «Perché la macchinetta entra in funzione alle 15.30 precise e così non fate la gara per prendere il numero ma ve ne consegno un altro, seguendo l’ordine del numero che già avete». Un passaggio che avrà pure la sua logica, ma che sicuramente non snellisce la trafila.

Ovviamente anche con il numero in tasca, occorre attendere il lascia passare dall’alto per poter andare al quinto piano, dove si riunisce contemporaneamente la commissione per l’invalidità civile e dove quindi la sala d’aspetto non è sufficiente a ospitare gli utenti dell’uno e dell’altro ufficio insieme.

Quando arriva il via libera, si sale dieci alla volta. In ascensore ce ne stanno quattro, al massimo cinque se di corporatura ridotta o disposti a rimpicciolirsi. Tutti gli altri? Fanno cinque piani di scale. Il paradosso è che, arrivati a destinazione, ci si sente come se si fosse raggiunto un importante traguardo. In effetti il vero motivo per cui si è lì è molto semplice e ha del normale: prenotare una visita. Ma è tutto talmente tortuoso che l’impostazione mentale si sposta automaticamente su un altro piano: quello della rassegnazione, quello che ti porta a pensare che si è fortunati se l’impiegata fissa l’appuntamento. Se però si consegnano i bollettini pagati e la foto tessera, ma non si ha la fotocopia del codice fiscale, non c'è niente da fare, bisogna tornare.

«Vada in copisteria, noi qui non possiamo fare fotocopie – puntualizza l’impiegata –, così non posso fare la prenotazione. Sono Disposizioni della direzione, torni quando ha tutto». Altro giro, altra corsa dunque. «Siamo l'unico centro in Sardegna che ha l’Ufficio patenti ben organizzato – precisa Mariano Meloni – con tempi di attesa per le visite molto brevi rispetto a tutti gli altri centri». Sì, ma intanto alla visita bisogna arrivarci e non è agevole farlo. «Verificherò la situazione – aggiunge il manager – perché chiunque si rivolga alla Assl è in stato di bisogno e quindi è giusto migliorarsi per andare incontro al cittadino».

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