La Nuova Sardegna

Oristano

Bimba contesa, il giudice manda i carabinieri

di Michela Cuccu
Bimba contesa, il giudice manda i carabinieri

Il caso della piccola di due anni di un paese della Marmilla. La mamma: «Così me la sequestrano»

12 giugno 2018
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ORISTANO. Il giudice di Viterbo manda i carabinieri a portar via la bambina di due anni di un centro della Marmilla. Il grido di dolore della mamma si leva ancora una volta altissimo nel giorno in cui si complica ulteriormente la vicenda giudiziaria che avrà quale unico effetto di generare imprevedibili ripercussioni su un innocente. La storia, di cui abbiamo già scritto, era iniziata a Viterbo l’anno scorso. La madre della bimba, una ragazza sarda che viveva nel paese laziale, si presenta in questura a denunciare i maltrattamenti subiti dal marito, un noto professionista della cittadina.

Subito dopo il marito presenta una denuncia per sottrazione di minore e a quel punto inizia l’incredibile vicenda giudiziaria che ha portato all’ultimo inatteso sviluppo. Il giudice aveva dapprima ordinato che la bimba venisse riportata a Viterbo in modo da essere tutelato il diritto alla bigenitorialità. Incarica i servizi sociali del Comune della Marmilla in cui la mamma vive affinché eseguano il provvedimento. La mamma però si oppone e non consegna la figlia, così il giudice fa l’ulteriore passo e decide che a eseguire il prelievo siano i carabinieri.

C’è da pensare che nelle prossime ore il provvedimento troverà esecuzione, ma questo non mette fine alla vicenda dove il procedimento per la custodia della bambina si intreccia con quello penale e con una serie di accertamenti. Nei giorni scorsi, la mamma è stata sottoposta a visita medica da parte degli specialisti dell’Assl per valutarne lo stato di salute mentale: nessun problema, dice il referto, ma neanche questo è sufficiente per mettere un freno alla decisione sull’affido della bambina. «Sono scappata da Viterbo – ribadisce la mamma che è assistita dall’avvocatessa Anna Maria Busia –, ora mi ritrovo a dover affrontare una situazione assurda che somiglia tanto a un sequestro. Me la stanno sequestrando. Mi estromettono, io non posso permettermi di stare a Viterbo, mentre il padre ha sempre avuto modo di vedere la figlia ogni volta in Sardegna. Si stanno scavalcando i pareri di medici e assistenti sociali». L’unica certezza è che da ora in poi ogni momento si trasforma in un incubo sempre presente. (e.c.)

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