La Nuova Sardegna

Oristano

Torregrande, l’agonia del porto

di Eleonora Caddeo
Torregrande, l’agonia del porto

Il Comune di Oristano promette un piano regolatore, ma il presente è fatto soprattutto di incuria e sporcizia

28 giugno 2018
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ORISTANO. Approdare in un porto sicuro: non è certo il caso del porticciolo turistico di Torregrande. E non si tratta di una questione di sicurezza della struttura di diporto, bensì di una più banale ed essenziale, questione di decoro e salubrità dell'area antistante le banchine. Chi arriva al porto turistico di Torregrande infatti, che sia un approdo via mare o via terra, si imbatte in uno scenario aberrante, che per nulla invoglia a gettare l'ancora. Proprio di fronte al grande parcheggio sulla banchina principale, è tutto un cumulo di macerie e detriti: travi di legno, sacchi di rifiuti e scheletri metallici, delimitati da transenne e nastro bianco e rosso e da cartelli che vietano l'accesso all'area ai non addetti.

Si tratta dei resti dell'incendio avvenuto lo scorso trenta settembre ad un ristorante che da anni offriva un servizio all'area di diporto. Spente le fiamme e avviate le indagini, che hanno reso necessario porre sotto sequestro tutta l'area interessata dal rogo, a distanza di nove mesi, sembra tutto rimasto immutato. Come si può vedere dalle foto a corredo dell'articolo, dietro le transenne, una barriera facilmente aggirabile da adulti e soprattutto da bambini, c'è una discarica a cielo aperto.

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Un pugno in un occhio per la struttura turistica portuale, ma anche una zona non sicura, piena di materiale pericoloso come travi di legno spezzate, strutture o pezzi di metallo qua e là e detriti vari. Senza contare l'aspetto igienico: proprio quelle macerie infatti offrono tane riparate per gli animali, randagi o selvatici, della zona, senza contare gli uccelli, tra cui anche tanti gabbiani che, attirati dal pesce scaricato ogni mattina, planano sulle macerie. Una situazione che diventa ancora più assurda se si guarda il calendario. L'estate è appena iniziata, la stagione turistica si spera decolli in fretta, portando un numero considerevole di presenze in città e nelle coste oristanesi.

Anche al porticciolo tutto sembrerebbe pronto a partire: il rimessaggio è al lavoro per calare in mare le imbarcazioni che hanno dormito in coperta durante i mesi invernali e la struttura aspetta diportisti occasionali e titolari di posti barca. La vista, nel piazzale fronte banchina, non è delle migliori e i servizi tardano ad arrivare. Un degrado ambientale, per il quale non si vuole cercare capri espiatori ma soluzioni veloci per migliorare le condizioni e salvaguardare la stagione, che rispecchia l'impasse che sta vivendo ormai da anni il porticciolo. Il Comune di Oristano ha scelto di dotarlo di un piano regolatore portuale che ne designi aspetto funzionale, spaziale ed organizzativo.
 

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