La Nuova Sardegna

Oristano

Circonvenzione da 170mila euro: chiesta condanna a 6 anni

Circonvenzione da 170mila euro: chiesta condanna a 6 anni

ORISTANO. Il passare delle udienze non cambia le convinzioni del pubblico ministero Ivan Sanna. È quest’ultimo a chiedere la condanna a sei anni e duemila euro di multa del consulente Gian Paolo...

03 luglio 2018
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ORISTANO. Il passare delle udienze non cambia le convinzioni del pubblico ministero Ivan Sanna. È quest’ultimo a chiedere la condanna a sei anni e duemila euro di multa del consulente Gian Paolo Rundini accusato di circonvenzione d’incapace. Avrebbe infatti gestito un discreto capitale, in tutto 170mila euro, di un’amica di famiglia prospettando un notevole ricavo a seguito dell’investimento. I soldi finirono in Svizzera, transitando su vari conti in seguito a diverse operazioni finanziarie e non sono ancora tornati indietro. Il consulente, durante il processo che lo vede imputato di fronte al giudice monocratico Elisa Marras, ha spiegato di non essersi assolutamente dimenticato di quella somma e di essere impegnato per il suo recupero pur con tutti i problemi che ciò comporta per far rientrare in Italia dei capitali dalla Svizzera.

La versione non ha comunque convinto il pubblico ministero che ha ribadito come all’origine di tutta la vicenda ci fosse la fiducia della donna nell’amico di famiglia, fiducia che poi sarebbe stata tradita proprio con la prospettiva di garantire un guadagno che poi non è mai arrivato. Gian Paolo Rundini avrebbe effettuato una serie di prelievi di contanti con cifre anche a quattro zeri e di aver indirizzato il gruzzolo verso la Svizzera.

Dove sia ora questo patrimonio non è stato chiarito né chiari sono apparsi al pubblico ministero i vari passaggi attraverso i quali sia stato trasferito nei conti in Svizzera.

È il motivo per cui è arrivata la richiesta di condanna che, nella prossima e conclusiva udienza dell’8 ottobre, troverà il sostegno dell’avvocato di parte civile Francesco Campanelli e sarà osteggiata dall’avvocato difensore Roberto Martani che già nelle precedenti udienze ha provato a far emergere il fatto che non ci si trovi di fronte a una circonvenzione d’incapace, ma a un incarico fiduciario dato dalla presunta vittima consapevolmente e con la convizione che ne avrebbe tratto vantaggio. (e.c.)

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