La Nuova Sardegna

Oristano

Cabras, sosta selvaggia a San Giovanni di Sinis

di Davide Pinna
Cabras, sosta selvaggia a San Giovanni di Sinis

Il Gruppo di intervento giuridico: una delle perle del Sinis minacciata dalle auto. Serve una Ztl

14 agosto 2018
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CABRAS. San Giovanni di Sinis è sicuramente una delle località balneari più gettonate dell’Oristanese. Da anni è tappa obbligata per i turisti che visitano il Sinis. Tante persone significa tante macchine, almeno in Paesi come il nostro in cui la propensione all’uso dei trasporti pubblici è molto bassa, anche perché, spesso, sono gli stessi trasporti ad avere gravi carenze. Nei giorni centrali di agosto quindi il parcheggio diventa selvaggio e questo «rischia di compromettere progressivamente, estate dopo estate, la salubrità ambientale del luogo».

Lo denuncia la sezione oristanese del Gruppo d’Intervento Giuridico che parla di vero e proprio scempio. Oltre ai parcheggi a pagamento, le persone occupano ogni spazio disponibile all’interno della borgata, dove i parcheggi sono gratuiti. Fin qui tutto bene, il problema è quando le auto si issano sulle dune delle strade sterrate che conducono a Mare Morto o quando ci si parcheggia in prossimità dell’area archeologica di Tharros. «Anche il visitatore meno attento si accorge che si tratta di una zona cedevole e oggetto di continua erosione da parte degli agenti atmosferici – spiega la responsabile del Grig, Luciana Miglior –. Non è necessaria la mano dell’uomo a danneggiare un sito già di per sé minacciato e dall’equilibrio fragile».

San Giovanni di Sinis già da tempo deve fare i conti con il problema dell’erosione. Un breve tratto di spiaggia e la strada soprastante sono chiusi per l’instabilità della falesia, per quanto questo non pregiudichi la possibilità di passare ore gradevoli in spiaggia. I divieti di sosta posti nel lungo spiazzo che precede l’area archeologica sono però completamente ignorati e c’è chi non si fa problemi persino a parcheggiare sul lato ovest della strada, quello che dà sul mare e che è visibilmente instabile ed eroso. Così si risparmiano anche i soldi del parcheggio. Addirittura proprio sotto la torre, all'ingresso degli scavi, c’è una dozzina di auto parcheggiate che nemmeno potrebbero arrivare sin lì e qualche altro automobilista si fa tutto il promontorio in macchina, magari per andare in una delle splendide calette dove si potrebbe arrivare solo a piedi. Non ci sono solo critiche dal Gruppo di intervento giuridico, che apprezza i numerosi passi in avanti compiuti in questi anni per la tutela e la valorizzazione del Sinis: «La realizzazione del parco archeologico naturalistico Phoinix; la sistemazione di mastelli per la raccolta differenziata; l’inserimento di operatori che vigilano nelle spiagge per il contrasto al furto di sabbia e conchiglie». Per quanto riguarda San Giovanni la richiesta è di bloccare gli accessi con una sbarra da posizionare alla fine dell’area parcheggi creando una zona a traffico limitato.

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