La Nuova Sardegna

Oristano

La febbre del Nilo risale il Tirso

di Enrico Carta
La febbre del Nilo risale il Tirso

Ad Aidomaggiore ritrovata la carcassa di un falco positivo al virus. Infette anche cornacchie e zanzare

29 agosto 2018
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ORISTANO. Non più solo stagni, zone umide e pianure dell’Oristanese. La febbre del Nilo si sposta, allarga i suoi confini. Forse risale il Tirso assieme alle zanzare che sono il veicolo della malattia pericolosissima anche per l’uomo. Così, mentre le due persone ricoverate a Oristano e Sassari dopo essere state colpite dal virus della West Nile Disease sono in lieve miglioramento, l’attenzione degli esperti si concentra su alcuni riscontri che testimoniano come stia cambiando – in peggio – la geografia del contagio.

Per la prima volta da quando è comparsa in Sardegna, la Febbre del Nilo ha raggiunto le colline. La riprova è data dalle analisi effettuate su un piccolo falco, la cui carcassa è stata recuperata nelle campagne di Aidomaggiore. La località in cui è stato fatto il ritrovamento si chiama Otzilo, ma da lì il volatile morto è stato portato all’Istituto Zooprofilattico che ha svolto i test e successivamente comunicato la positività al virus. Se, da un lato, non sono certo una novità le positività di tre cornacchie rinvenute nelle campagne di Santa Giusta (Cirras), Donigala Fenughedu e Solarussa, d’altro canto quello che arriva da Aidomaggiore è un segnale da non sottovalutare.

La prima conclusione che si potrebbe trarre è che le zanzare stiano risalendo il Tirso e che il clima meno umido e meno caldo delle colline dell’Alto Oristanese non le spaventi più. Se così fosse, il problema della diffusione della febbre del Nilo diventerebbe ben più preoccupante rispetto al passato quando i riscontri riguardavano solo la pianura e le zone umide in cui gli insetti vettore della malattia pullulano. Sarà un argomento che finirà sul tavolo dell’Unità di crisi che si riunisce oggi in Regione e al quale parteciperà ovviamente anche il Servizio veterinario della Assl di Oristano.

Proprio quest’ultimo è impegnato nelle operazioni di monitoraggio. Oltre al caso delle carcasse dei quattro volatiti esaminati sui quali è stata riscontrata la positività, il monitoraggio prosegue tramite i controlli sugli insetti catturati con le dodici trappole installate nel territorio provinciale: anche in questo caso sono state riscontrate molte positività. Non certo notizie positive perché sull’Oristanese aleggia sempre il ricordo del 2011, annus horribilis con alcune morti e l’epidemia che colpì numerosi allevamenti di cavalli. Le buone nuove arrivano invece dagli ospedali di Oristano e Sassari: i due pazienti ricoverati dopo il contagio restano in Rianimazione, ma entrambi hanno mostrato dei lievi miglioramenti nella respirazione che fanno sperare in una soluzione positiva. È comunque ancora presto e le prognosi di entrambi rimangono riservate.

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