La Nuova Sardegna

Oristano

Sartiglia e controlli antidoping, il Ris a caccia del Dna dei cavalieri

Enrico Carta
Sartiglia e controlli antidoping, il Ris a caccia del Dna dei cavalieri

Affidato l’incarico ai tecnici dei carabinieri per stabilire a quali partecipanti appartengano i campioni di urina prelevati

06 settembre 2018
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ORISTANO. C’è un perito, ma la soluzione dell’affare Sartiglia è però assai lontana perché ci vorranno almeno novanta giorni prima di conoscere ufficialmente gli esiti dell’esame del Dna. Sempre che sia davvero possibile arrivare sin là dove la procura vuole per dimostrare la sostituzione di persona che alcuni cavalieri avrebbe compiuto nel momento dell’esame antidoping. Ieri infatti c’è stato anche qualche dubbio che ha iniziato ad affacciarsi sul meccanismo di custodia delle provette. Tra gli avvocati si fa strada la convinzione che il protocollo non sia stato rispettato e che forse non sarà possibile estrapolare il Dna dai campioni di urina prelevati dagli addetti della Nado mentre si svolgeva la Sartiglia dello scorso febbraio.

Inchieste e processi si fanno anche per dissipare dubbi e così per ora c’è l’incarico deciso dal giudice per le indagini preliminari, Silvia Palmas, di fronte alla quale si sta svolgendo l’incidente probatorio che il pubblico ministero aveva richiesto proprio per mettere un punto fermo alle indagini. Il procuratore Ezio Domenico Basso, sulla base degli accertamenti svolti dalla Polizia guidata dall’ex questore Giovanni Aliquò, contesta ai cavalieri sotto inchiesta di aver architettato una sorta di raggiro per dribblare la positività all’antidoping. Così, chi temeva di essere pizzicato avrebbe inviato un sostituto compiacente per effettuare il prelievo di urina. E i sostituti avrebbero dichiarato un nome diverso dal loro, ma corrispondente a quello del cavaliere che era stato selezionato.

È per questo che sono finiti sul registro degli indagati sette cavlieri: Marco e Roberto Pau, Daniele Ferrari, Gianluca Russo, Giuseppe Frau, Paolo Rosas e Giuseppe Catapano. Al momento non si conosce chi avrebbe preso il posto di altri nè si sa se davvero è andata così. È per questo che la prova del Dna diventa imprescindibile. L’incarico di estrapolarlo dai campioni di urina e quindi attribuire l’identità ai cavalieri che si sottoposero o meno al prelievo è affidata al carabiniere del Ris di Cagliari Carmelo Di Fede.

Il 19 settembre entrerà in possesso dei campioni custoditi a Roma e li portarà con sè nel laboratorio di Cagliari dove effettuerà le sue ricerche. Contemporaneamente gli avvocati difensori Roberto Salaris, Carlo Figus, Lorenzo Soro, Andrea D’Andrea, Carlo Figus, Carlo Pau, Pier Luigi Concas e Adriano Sollai hanno nominato il genetista Andrea Maludrottu come proprio consulente di parte che avrà così modo di assistere alle fasi dell’incidente probatorio. Il 12 dicembre si tornerà in aula e solo allora si capirà se tracce di Dna siano rimaste nei campioni di urina. In caso contrario l’inchiesta potrebbe subire uno stop decisivo.

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