La Nuova Sardegna

Oristano

Laconi, Comune condannato

Laconi, Comune condannato

Dopo venti anni si chiude la vicenda dell’area Piso. Mezzo milione da pagare

18 settembre 2018
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LACONI. Si conclude con la condanna del Comune la vicenda relativa all’esproprio dell’Area Piso. A scrivere la parola fine su un’annosa e dibattuta vicenda, è stata nei giorni scorsi l’ordinanza del Presidente della Corte d’Appello di Cagliari. Così dopo 20 anni il Comune è obbligato a pagare agli eredi della famiglia Piso 458 mila euro, dei quali 128 mila sono già depositati, dal 2013, presso la Cassa Depositi e Prestiti. La vicenda ha avuto inizio nel 1997 con la delibera 38 del Consiglio comunale con la quale veniva approvato il progetto preliminare relativo alla sistemazione dell’area “Piso”. Successivamente, con il decreto sindacale n. 1/98, veniva disposta l’occupazione d’urgenza delle aree. Nell’ Area in questione, una volta giardino privato della famiglia Piso, ricordato per le maestose magnolie, dove oggi si affaccia l’albergo comunale diffuso, attualmente chiuso, ma in attesa di trovare un nuovo gestore, sono stati realizzati alcuni servizi, un teatro per spettacoli all’aperto e un ampio parcheggio attrezzato per la sosta dei camper e dei pullman. Opere della cui utilità all’epoca si discusse parecchio e delle quali oggi, alla luce della conclusione del procedimento giudiziario, si torna a parlare. «È chiaro – scrivono in un comunicato il Sindaco e la Giunta – che non vi è alcuna responsabilità politica da parte dell’attuale amministrazione, ma il ruolo, l’onere politico e l’onore di amministrare Laconi oggi, ci impone il dovere di adempiere per concludere una vicenda pluridecennale. Siamo già impegnati nel trovare soluzioni percorribili e praticabili che tutelino i cittadini e l’Ente che rappresentiamo». E a proposito di responsabilità, gli amministratori precisano: “sarà nostra cura, al fine di evitare ulteriori e inutili spese alla Comunità, trovare le soluzioni per evitare ripercussione sulla gestione annuale dei servizi erogati dal Comune, inviando, inoltre – si legge nel comunicato - tutti gli atti alla Procura Regionale della Corte dei Conti per rilevare eventuali responsabilità».

Ivana Fulghesu

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