La Nuova Sardegna

Oristano

Schiuma nel lago Omodeo, si nuota nell’incertezza

Maria Antonietta Cossu
Schiuma nel lago Omodeo, si nuota nell’incertezza

Sedilo, ancora nessuna spiegazione sul fenomeno che ha portato alla formazione di spuma nell'invaso

18 settembre 2018
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SEDILO. Prosegue l’attività volta ad accertare la natura e la provenienza della schiuma che si è formata a ridosso di un lungo tratto della battigia dell’Omodeo. Ieri i tecnici dell’Enas e dell’Arpas hanno eseguito i prelievi nello specchio d’acqua vicino a Monte Pazza. Nelle stesse ore una squadra del Corpo forestale di Oristano ha effettuato una nuova ricognizione per individuare l’eventuale presenza di scarichi occulti o altre fonti di inquinamento. Un’attività che non avrebbe fatto emergere elementi che avvalorino l’ipotesi di una qualche forma di questo tipo di contaminazione delle acque.

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Per chi coordina l’attività d'indagine, in assenza di evidenze, è dunque azzardato propendere per la teoria della mano dell’uomo piuttosto che per la conseguenza di un processo naturale dovuto alla scarsa osmosi nei fondali bassi e al deperimento di organismi vegetali. Il fenomeno non è infrequente e questo renderebbe plausibile l’ipotesi della mutazione di alghe marcescenti. Dalle analisi potrà arrivare qualche certezza in più per risolvere il mistero e, si spera, anche per scongiurare l’ipotesi che si fosse trattato davvero di inquinamento.

All’Enas hanno preventivato tempi strettissimi per i campionamenti. «Cercheremo di capire nel più breve tempo possibile di cosa si tratta», ha assicurato l’amministratore unico Giovanni Sistu, che non ha nascosto qualche perplessità sulla strana formazione spumosa. «È qualcosa di anomalo – ha ammesso –. Ora si tratta di verificarne la natura e capire da cosa sia stato indotto il fenomeno». L’ente gestore esegue le rilevazioni a cadenza mensile e in base a esigenze specifiche. I controlli più recenti non avrebbero evidenziato parametri allarmanti secondo Giovanni Sistu: «Non c’erano anomalie drammatiche, non è un’acqua particolarmente scadente se consideriamo l’uso irriguo e il fatto che parliamo di un bacino artificiale con numerosi apporti. Tuttavia il caso specifico merita un approfondimento», ha dichiarato il dirigente.

Quella formazione dalla natura ancora incerta sta alimentando le preoccupazioni degli amministratori dei paesi della zona. Il banco di schiuma è stato notato anche dal versante di Sorradile, dove domenica si è svolta una regata regionale di canottaggio. «Gli atleti e i giudici di gara hanno assistito a uno spettacolo indecoroso», ha tuonato il sindaco Pietro Arca, che alla stregua dell’omologo primo cittadino di Sedilo trova remota l’ipotesi di cause naturali. Per questo ieri ha mobilitato l'ufficio di gabinetto dell’assessorato regionale all’Ambiente: «Dev’essere fatto un controllo su tutte le acque interne, anche lungo il corso del Tirso, in modo da verificare la situazione delle pozze d’acqua dal Goceano fino a noi». ha reclamato Pietro Arca.

I sospetti di inquinamento avevano attraversato anche la mente del sindaco di Sedilo, Salvatore Pes, a sua volta molto dubbioso sull’eventualità di un fenomeno naturale.
 

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