La Nuova Sardegna

Oristano

Un terzo ponte sul Temo, i sardisti ripensano la città

di Alessandro Farina
Un terzo ponte sul Temo, i sardisti ripensano la città

Bosa, i Quattro Mori credono che le infrastrutture possano far crescere il turismo Nel progetto si ipotizza anche la trasformazione del ponte ovest

18 settembre 2018
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BOSA. Nuovi posti barca sul Temo: per il Partito Sardo d’Azione è necessario aprire al naviglio di più ampia stazza anche il tratto di asta fluviale dal nuovo ponte viabile per Bosa Marina al ponte pedonale che si affaccia sull’area urbana. Tra i progetti proposti dai quattro mori non c’è solo la riorganizzazione del traffico urbano con la costruzione del terzo ponte viabile sul Temo, già di per sè argomento che farà sicuramente discutere. Il partito guidato da Franco Sechi guarda al futuro della via d’acqua che attraversa la città pensando a un intervento di riqualificazione del ponte ovest sul Temo che si traduce nella trasformazione della struttura (tra via Riviera del Corallo sulla sponda destra e viale Colombo sulla sinistra) in ponte mobile.

Il terzo ponte sul fiume e l’intervento su quello costruito negli anni ’80, se realizzati, comportano un impegno economico di non poco conto. Per i sardisti però si tratta di lavori fondamentali per dare impulso ad un vero sviluppo turistico, attraverso risorse che il partito è sicuro potranno arrivare da investimenti privati e pubblici. «Nessun libro dei sogni. Sia il terzo ponte sul Temo che la trasformazione del “ponte nuovo” in ponte mobile rientrano all’interno di una visione che abbiamo approfondito con esperti di economia e tecnici competenti», assicura Guglielmo Macchiavello, architetto, operatore turistico e storico esponente sardista bosano. «La costruzione di un terzo ponte nella zona di Sant’Eligio darebbe certamente respiro ad una viabilità oggi quantomeno congestionata. In questo modo invece si potrebbe utilizzare la circonvallazione del Castello per alleggerire notevolmente il peso del passaggio di mezzi in aree da valorizzare. L’attuale ponte ad est dell’abitato non permette l’ingresso di naviglio, anche delle barche più grandi dei pescatori di Bosa, con un certo pescaggio. Con una spesa tra i 5 e gli 8 milioni di euro si potrebbe creare un perno girevole nel pilone centrale, liberando verso est almeno quattrocento posti barca, oggi utilizzati da naviglio di piccole dimensionia.

Il costo della trasformazione rientra nel budget stimato tra i 18 ed i 22 milioni di euro del progetto di sviluppo proposto dal partito. »Se la Regione stanzia con facilità 11 milioni di euro per la difesa spondale del Temo siamo certi che presentando un progetto credibile, che tra l’altro rispetta le linee attuali del Puc senza consumare un centimetro di nuovo suolo, altre risorse importanti potranno essere destinate per un reale sviluppo di Bosa e del territorio», conclude Macchiavello.

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