La Nuova Sardegna

Oristano

Biogas a Masangionis: un progetto anti-miasmi

di Michela Cuccu
Biogas a Masangionis: un progetto anti-miasmi

L’impianto, un biodigestore anaerobico, costerebbe 9 milioni di euro Sarebbe il secondo dell’isola e si gioverebbe di consistenti finanziamenti europei

13 ottobre 2018
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ORISTANO. Mai più puzza di rifiuti in fermentazione e bollette Tari meno pesanti per i cittadini: c’è un progetto all’avanguardia nel futuro della trasformazione dei rifiuti. L’impianto di Masangionis, infatti, potrebbe essere dotato di una tecnologia modernissima per la bio digestione anaerobica dei rifiuti organici.

Si tratta di un bio digestore anaerobico, un impianto da quasi 9 milioni di euro di investimento, per il 90 per cento a carico del Por 2014-2020. La sua realizzazione ed entrata in funzione rappresenterebbe una svolta importantissima nella gestione dei rifiuti in provincia, con importanti vantaggi anche per le popolazioni che abitano nei pressi dell’impianto consortile, che da anni, lamentano gravi per l’aria resa irrespirabile a causa dei miasmi derivanti dalla fermentazione della frazione “umida” dei rifiuti. La frazione organica continuerebbe infatti ad essere trasformata in compost per l’agricoltura, ma senza l’emissione di odori nauseabondi e con il recupero dei biogas di fermentazione. Biogas, che, come spiega l’ingegner Salvatore Daga responsabile dell’Ufficio tecnico impianti consortili e gestioni del Consorzio, non sarebbe più, come attualmente avviene, disperso nell’aria. Una parte, infatti, verrebbe sfruttata ai fini energetici rendendo autonomo il funzionamento dell’impianto di trattamento «con un risparmio sui costi energetici di gestione – spiega Daga – che si ripercuoterebbe sulle cartelle della Tari i cui importi diminuirebbero sensibilmente». Un’altra frazione di biogas diverrebbe bio metano per l’autotrazione. L’istruttoria, alla Regione, per il finanziamento dell’impianto, avviata da tempo, sarebbe ormai a buon punto. Alla sua approvazione è legato l’arrivo di un finanziamento di 8milioni di euro fondi europei, mentre, il Consorzio industriale ne metterebbe altri 889mila del proprio bilancio. Al Consorzio sono ottimisti: la prima fase delle valutazioni tecniche ha infatti dimostrato come l’impianto di Masangionis rientri nei parametri fissati dal Bando regionale che riguarda impianti della capacità di oltre 20mila tonnellate (a Masangionis si arriva a 25mila) di rifiuti smalti ogni anno. Sarebbe inoltre uno dei primi bio digestori anaerobici a sorgere nell’isola. Attualmente, infatti, ne esiste uno soltanto a Villacidro, mentre un altro è stato finanziato per l’impianto di Uta gestito dal Consorzio industriale di Cagliari.

Per il Consorzio industriale di Oristano, che per la gestione dei rifiuti organici ha ottenuto da Legambiente il premio “Comuni Ricicloni 2018” si tratta dunque di una importante sfida, nell’ambito della politica della tutela ambientale.



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