Don Maurizio cittadino onorario
Abbasanta, il Comune offre le chiavi del paese al sacerdote della Terra dei fuochi
28 novembre 2018
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ABBASANTA. Cinquantotto anni dopo la separazione dalla terra che aveva accolto lui e la famiglia, don Maurizio Patriciello è tornato ad Abbasanta da figlio elettivo ed è ripartito da cittadino onorario.
Il titolo conferito dall’amministrazione comunale non è che il suggello di un legame tra la comunità e quel bambino ormai diventato adulto che il tempo e la distanza non hanno ossidato.
Dopo una visita fugace nel 2013, nei giorni scorsi padre Maurizio ha rivisto i luoghi e le persone a lui più cari immergendosi appieno nella vita del “suo” paese. In compagnia del parroco don Mario Cuscusa ha visitato malati, celebrato messa e conosciuto il resto della comunità.
Incontrando i concittadini alla cerimonia organizzata dal Comune, dalla parrocchia e dall'istituto comprensivo, padre Maurizio ha parlato della piaga dell'inquinamento che avvelena i territori controllati dalle ecomafie.
Lo ha fatto senza essere mai autoreferenziale, raccontando invece del moto di ribellione della società civile «C'è un cammino da fare insieme, ed è quello della promozione umana», ha detto padre Patriciello unendo temi come la costruzione dell'Europa, la pietas, le ingiustizie sociali e la difesa della Casa comune.
Quel Creato di cui parla il pontefice nell'enciclica “Laudato Si’” e che il sacerdote campano ha ripetutamente preso ad esempio.
«Ma per fare qualcosa non aspettiamo che i problemi dell’inquinamento e delle malattie ci tocchino personalmente, perché l'aria la respiriamo tutti, l'acqua la beviamo tutti» ha rimarcato il parroco di Parco Verde ricordando come «la terra dei fuochi non è un territorio, è un fenomeno. E voi, qua, non è che stiate tanto meglio. Bisogna rompere l' abbraccio mortale tra le organizzazioni criminali, gli industriali disonesti, i colletti bianchi corrotti e la politica che fa affari in un certo modo. Custodire il creato per noi è un dovere».
Il Consiglio comunale gli ha virtualmente consegnato le chiavi di Abbasanta «Con l'invito a tornare e con l'augurio che la sua terra torni ad essere libera», ha auspicato il sindaco Stefano Sanna.
Il prefetto è intervenuto alla consegna parlando della Sardegna come una terra ancora sana ma non immune dal rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata. «Dobbiamo essere vigili e impedire che ciò accada», ha detto Giuseppe Guetta. (mac)
Il titolo conferito dall’amministrazione comunale non è che il suggello di un legame tra la comunità e quel bambino ormai diventato adulto che il tempo e la distanza non hanno ossidato.
Dopo una visita fugace nel 2013, nei giorni scorsi padre Maurizio ha rivisto i luoghi e le persone a lui più cari immergendosi appieno nella vita del “suo” paese. In compagnia del parroco don Mario Cuscusa ha visitato malati, celebrato messa e conosciuto il resto della comunità.
Incontrando i concittadini alla cerimonia organizzata dal Comune, dalla parrocchia e dall'istituto comprensivo, padre Maurizio ha parlato della piaga dell'inquinamento che avvelena i territori controllati dalle ecomafie.
Lo ha fatto senza essere mai autoreferenziale, raccontando invece del moto di ribellione della società civile «C'è un cammino da fare insieme, ed è quello della promozione umana», ha detto padre Patriciello unendo temi come la costruzione dell'Europa, la pietas, le ingiustizie sociali e la difesa della Casa comune.
Quel Creato di cui parla il pontefice nell'enciclica “Laudato Si’” e che il sacerdote campano ha ripetutamente preso ad esempio.
«Ma per fare qualcosa non aspettiamo che i problemi dell’inquinamento e delle malattie ci tocchino personalmente, perché l'aria la respiriamo tutti, l'acqua la beviamo tutti» ha rimarcato il parroco di Parco Verde ricordando come «la terra dei fuochi non è un territorio, è un fenomeno. E voi, qua, non è che stiate tanto meglio. Bisogna rompere l' abbraccio mortale tra le organizzazioni criminali, gli industriali disonesti, i colletti bianchi corrotti e la politica che fa affari in un certo modo. Custodire il creato per noi è un dovere».
Il Consiglio comunale gli ha virtualmente consegnato le chiavi di Abbasanta «Con l'invito a tornare e con l'augurio che la sua terra torni ad essere libera», ha auspicato il sindaco Stefano Sanna.
Il prefetto è intervenuto alla consegna parlando della Sardegna come una terra ancora sana ma non immune dal rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata. «Dobbiamo essere vigili e impedire che ciò accada», ha detto Giuseppe Guetta. (mac)