Turismo, in congelatore la tassa di soggiorno
di Enrico Carta
Incontro in Comune tra l’amministrazione e gli operatori che si opponevano Nascerà invece un tavolo che sviluppi le direttive generali per tutto il settore
11 dicembre 2018
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ORISTANO. La tassa di soggiorno finisce in congelatore. Il balzello, che il Comune aveva pensato di poter far pagare ai turisti che soggiornano nelle strutture alberghiere ed extralberghiere regolarmente registrate, finisce in ghiaccio dopo il confronto tra l’amministrazione, i rappresentanti di categoria e alcuni imprenditori. Non è un ripensamento, non è una marcia indietro o, meglio, lo è solo parzialmente. Il Comune ipotizzava di inserire la tassa già nel 2019, ma la riunione di ieri pomeriggio è servita per chiarire le rispettive posizioni ed evitare che si arrivasse allo scontro, dal momento che gli operatori la vedevano come fumo negli occhi.
Si esce anzi da palazzo Campus Colonna con qualcosa di concreto su cui ragionare e impostare il futuro del turismo oristanese in maniera generalizzata coinvolgendo il settore pubblico e i privati. Il primo elemento certo è che per il 2019 non ci sarà alcun ticket da pagare al momento di lasciare l’albergo. I due euro che si erano ipotizzati rimarranno in tasca al turista e non andranno a rimpinguare il bilancio dell’amministrazione che vedeva nella tassa di soggiorno una sorta di bombola di ossigeno e il modo migliore per creare un fondo a cui poi attingere per predisporre e offrire una serie di servizi.
Le spiegazioni date dall’assessore al Bilancio Massimiliano Sanna e dall’assessora al Turismo Stefania Zedda non hanno convinto gli operatori che hanno espresso tutti i loro dubbi, in particolare attraverso il presidente di Federalberghi, Pino Porcedda, la vice presidentessa dell’Api Sarda, Graziella Schintu, e la vice direttrice di Confindustria, Barbara Ferrandu. E quei dubbi, alla fine dell’incontro, sono stati fatti propri anche dai due rappresentanti dell’amministrazione comunale che hanno così deciso di rinviare tutto a tempi migliori.
Non si è usciti però dalla riunione con una resa del Comune e un nulla di fatto. L’amministrazione ha infatti accolto la proposta degli operatori di istituire un tavolo tecnico che coinvolga anche altri Comuni, di lavorare per far emergere la grande fetta di sommerso di chi opera nel mondo del turismo – seconde case soprattutto – e contemporaneamente di creare un progetto generale sulla direzione che il settore vuole prendere nell’Oristanese. Solo una volta che si avrà una visione d’insieme e il territorio marcerà unito, si potrà pensare all’istituzione della tassa di soggiorno.
Imporre la tassa di soggiorno sin dal prossimo anno avrebbe creato molti problemi alle strutture ricettive. Alcune di queste hanno già chiuso i contratti con i tour operator e quindi già stabilito i prezzi del pacchetto. Anche una modifica lieve sarebbe finita sul groppone degli imprenditori locali, perché i contratti non sono più negoziabili. Non è il momento perché ciò accada.
Si esce anzi da palazzo Campus Colonna con qualcosa di concreto su cui ragionare e impostare il futuro del turismo oristanese in maniera generalizzata coinvolgendo il settore pubblico e i privati. Il primo elemento certo è che per il 2019 non ci sarà alcun ticket da pagare al momento di lasciare l’albergo. I due euro che si erano ipotizzati rimarranno in tasca al turista e non andranno a rimpinguare il bilancio dell’amministrazione che vedeva nella tassa di soggiorno una sorta di bombola di ossigeno e il modo migliore per creare un fondo a cui poi attingere per predisporre e offrire una serie di servizi.
Le spiegazioni date dall’assessore al Bilancio Massimiliano Sanna e dall’assessora al Turismo Stefania Zedda non hanno convinto gli operatori che hanno espresso tutti i loro dubbi, in particolare attraverso il presidente di Federalberghi, Pino Porcedda, la vice presidentessa dell’Api Sarda, Graziella Schintu, e la vice direttrice di Confindustria, Barbara Ferrandu. E quei dubbi, alla fine dell’incontro, sono stati fatti propri anche dai due rappresentanti dell’amministrazione comunale che hanno così deciso di rinviare tutto a tempi migliori.
Non si è usciti però dalla riunione con una resa del Comune e un nulla di fatto. L’amministrazione ha infatti accolto la proposta degli operatori di istituire un tavolo tecnico che coinvolga anche altri Comuni, di lavorare per far emergere la grande fetta di sommerso di chi opera nel mondo del turismo – seconde case soprattutto – e contemporaneamente di creare un progetto generale sulla direzione che il settore vuole prendere nell’Oristanese. Solo una volta che si avrà una visione d’insieme e il territorio marcerà unito, si potrà pensare all’istituzione della tassa di soggiorno.
Imporre la tassa di soggiorno sin dal prossimo anno avrebbe creato molti problemi alle strutture ricettive. Alcune di queste hanno già chiuso i contratti con i tour operator e quindi già stabilito i prezzi del pacchetto. Anche una modifica lieve sarebbe finita sul groppone degli imprenditori locali, perché i contratti non sono più negoziabili. Non è il momento perché ciò accada.