La Nuova Sardegna

Oristano

Baradili e Luri alla riscossa sognando il buon vivere

Baradili e Luri alla riscossa sognando il buon vivere

I due piccoli centri protagonisti di iniziative per ridurre lo spopolamento L’obiettivo è inserirli in una rete che attiri turisti anche d’Oltralpe

04 ottobre 2019
2 MINUTI DI LETTURA





BARADILI. Un pugno di abitanti (80 residenti ufficiali) in mezzo alla campagna dell’assolata Marmilla. Baradili, comune più piccolo della Sardegna accetta una nuova sfida: trasformarsi da emblema dello spopolamento (in meno di vent’anni ha già perduto un quinto dei residenti) in modello di quello che i francesi chiamano “bien vivre”. Una progetto in elaborazione che, come spiega Tommaso Ledda (co-fondatore di Nabui, la prima e fino ad ora unica, società benefit operativa in Sardegna), creerà una rete di supporto per trasformare il paese in un luogo votato all’ospitalità dei viaggiatori. Ci sono tante energie da mettere in campo per questo programma che vedrà coinvolti per primi gli abitanti del paese. «Lavoreremo per valorizzare e migliorare la qualità della vita puntando al benessere psico-fisico delle persone», spiega Ledda che con la sua società ha già realizzato in provincia, un progetto in qualche modo analogo: “Nughedu Welcome” che ha trasformato Nughedu Santa Vittoria nel primo borgo social eating d’Italia. «Spesso in Sardegna si ragiona sulla valorizzazione dell’eno-gastronomia come volano di iniziative per risollevare l’economia e arginare lo spopolamento delle zone interne. A Baradili vogliamo fare una cosa diversa, andare oltre e puntare proprio su quegli elementi che rendono vivibile un luogo». Non è l’unico progetto che questa società di Oristano, che ha avviato una campagna di informazione denominata “Non solo profitti” per favorire la nascita e la trasformazione delle aziende esistenti in imprese che abbiano un impatto positivo su ambiente e comunità. A Luri, minuscola borgata di Arborea, entrerà in azione un “comunity manager”. Un residente della borgata avrà il compito di motivare la comunità a portare avanti progetti e iniziative che possano migliorare la qualità della vita e convincere gli abitanti che valga la pena di continuare a restare. Abitanti che potranno avere un ruolo più propositivo e incisivo nelle scelte e nelle iniziative che, fino ad ora, erano decise e attuate solo dal Comune.

La novità è data dal ruolo che la società Nabui svolgerà. Non si limiterà infatti a confezionare e collaudare il progetto per conto dei Comuni, ma anche ad investire una parte dei profitti in loco. È questo che rende diversa una società benefit. Tommaso Ledda, spiega: «le imprese devono avere il coraggio di farsi sentire quando le fondamenta su cui si regge il sistema sono a rischio. I cambiamenti climatici, le disuguaglianze, l’incapacità di perseguire adeguate politiche di welfare, devono spingerle a proporsi come soggetto più inclusivo».

Michela Cuccu

In Primo Piano
Turismo

In Sardegna un tesoretto di 25 milioni dall’imposta di soggiorno: in testa c’è Olbia

di Salvatore Santoni
Le nostre iniziative