La Nuova Sardegna

Oristano

Oristano, cancellati i palazzoni Kampas

Davide Pinna
Oristano, cancellati i palazzoni Kampas

Gli uffici annullano la pratica per la realizzazione degli otto edifici. Possibile ricorso per danni

13 ottobre 2019
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ORISTANO. Morto, stecchito e pure sepolto. Il progetto Kampas, luogo di scontro in consiglio e nelle assemblee pubbliche non c’è più.

Il dirigente dell’ufficio Sviluppo del Territorio, Giuseppe Pinna, lo ha archiviato esprimendo esito negativo sulla pratica. Una scelta quasi obbligata, scrive lo stesso dirigente nella asciutta determina che mette fine a due anni di polemiche ma lascia aperto il terreno solo a eventuali contenziosi.

Nella nota infatti si fa riferimento alla sospensione avvenuta un anno fa del progetto in attesa della votazione dell’accordo di programma da parte del consiglio, e si ricorda come lo scorso luglio il sindaco aveva messo nero su bianco che non sarebbe stato possibile presentare e accogliere l’accordo da parte del consiglio. Per questo motivo, per la decisione del sindaco, il dirigente dell’ufficio, trascorsi i giorni per la presentazione di controdeduzioni da parte della Kampas, ha deciso di archiviare con esito negativo la pratica e di “salutare” il progetto.

Una vittoria per il comitato di residenti nelle aree di via Limbara, via Pergolesi e via Carissimi, che aveva a più riprese contestato l’eccessivo impatto che la costruzione degli otto palazzi avrebbe avuto su una parte della città eccessivamente urbanizzata, ma anche delle opposizioni in aula al progetto.

La società Kampas, amministratore unico l’ingegnere di Sedilo Stefano Pes, presentò a settembre 2017 un progetto per la realizzazione di un complesso immobiliare nel quartiere di San Nicola. Solo nel marzo successivo, arrivò la risposta del Comune: negativa. Le trattative tra privato e amministrazione si aprirono comunque e a luglio 2018, la Kampas propose «un progetto rimodulato sulla base delle istanze avanzate del Comune, valutato positivamente dall'amministrazione e dagli uffici», si legge nella lettera inviata al sindaco dall’amministratore. L’accordo, solo verbale, prevedeva la cessione al Comune di arre e cubature per la costruzione di un centro diurno, più altre concessioni.

Tutto risolto? Neppure per idea. Il nuovo progetto prevede una variante sul piano urbanistico, col voto obbligatorio del Consiglio Comunale. Qui il blocco: all’agguerrito comitato di residenti che si oppone al progetto si aggiungono i distinguo della maggioranza. Il sindaco lo scorso luglio decise di non rischiare e di non compromettere la sua maggioranza con un voto dell’aula in questo caso al buio. «Non porteremo in consiglio nessuna variante. Se poi presenteranno il progetto originario, saranno gli uffici a valutarne il rispetto delle norme urbanistiche. Se sarà così – disse il primo cittadino – ovviamente potranno procedere, come qualsiasi altro privato che richiede una concessione edilizia». Kampas però non porterà mai il progetto originario agli uffici e non darà altre comunicazioni. La rottura, anche dovuta al fatto che il dossier urbanistico stava diventando troppo caldo, era nell’aria. La società addirittura ipotizzò di sottoporre l’operato dell’amministrazione al vaglio della Corte dei conti. Sul progetto Kampas però sembra arrivata la fine. Ma sulle polemiche che seguiranno a questa decisione l’ultimo atto non è stato ancora scritto.

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