La Nuova Sardegna

Oristano

Piani di zona, vietato vendere

Piani di zona, vietato vendere

L’ex-vice sindaco accusa: i passaggi di proprietà di oltre mille abitazioni bloccati solo per inerzia

26 ottobre 2019
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ORISTANO. I numeri sono impressionanti, e riguardano praticamente tutta la città. Quasi 1500 abitazioni costruite con 9 piani di zona sorti in città e tra questi quello di Torangius con 69 cooperative e 670 abitazioni, quello di San Nicola con 36 cooperative e 298 unità abitative, quelli di Silì con 7 cooperative e 71 unità abitative più quelli delle altre frazioni (6 cooperative e 79 abitazioni), di Torre Grande, di via Cagliari, viale Brianza e via Casu.

«Una famiglia oristanese su 7 aspetta risposte da questa giunta. Risposte che possono arrivare come sono arrivate da altri comuni sardi che si trovavano nelle stesse condizioni». L’ex assessore al patrimonio e vicesindaco con la giunta Tendas, Giuseppina Uda, è seriamente preoccupata per il blocco che riguarda i passaggi di proprietà, fossero anche semplici donazioni, degli immobili realizzati con quegli strumenti, che prevedevano agevolazioni fiscali ma comprendevano anche un vincolo di inalienabilità. In pratica il proprietario dell’immobile aveva il diritto di superfice, di solito per 99 anni, ma non quello di proprietà. L’alternativa, pur in presenza di un quadro normativo complesso, era stata trovata da quella giunta. «Fu creato un gruppo di lavoro di dipendenti comunali molto motivati che in pochi mesi, con lo straordinario aiuto del notaio la dottoressa Pierluisa Cabiddu, fu creato lo strumento con regolamenti, modulistica, bozza di contratti che poteva finalmente consentire a chi ne aveva necessità la possibilità di eliminare di vincolo di inalienabilità. Furono tenute diverse assemblee pubbliche per spiegare lo strumento che è, e deve essere inteso, come uno strumento che aumenta e migliora i diritti dei cittadini». Con l’adesione e il pagamento dello svincolo posto dalla legge, è possibile la libera circolazione giuridica degli immobili, oppure diventare proprietari in misura piena della propria abitazione, pagando gli oneriper lo svincolo, che in molti comuni vengono spalmati in dieci anni diventando così somme accessibili ai più. «Adottammo la prima delibera consiliare nel 2012 – conclude l’ex vicesindaco Uda – e fu votata quasi all’unanimità. L’attuale sindaco non la votò. Dopo quella delibera ce ne furono altre tutte tese a migliorare, a rendere più agevole e vantaggioso anche economicamente lo svincolo fino alla fine del nostro mandato (metà 2017), durante i quali intervenirono sentenze di Cassazione importanti che mutarono il quadro normativo. Oggi è possibile avviare l’iter e poi intervenire nel caso di modifiche sulle somme complessive in fasse di conguaglio. Quello che non capisco è perchè il Comune continua ad aspettare». La stessa domanda si chiedono le centinaia di famiglie che vorrebbero diventare proprietari a pieno titolo della loro casa e non possono.(g.cen.)

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