La Nuova Sardegna

Oristano

Oli essenziali, a Solarussa un business romantico

Michela Cuccu
Oli essenziali, a Solarussa un business romantico

Vera e Matteo quasi per gioco hanno creato l’unica azienda sarda che li commercia con un processo solo biologico

27 ottobre 2019
3 MINUTI DI LETTURA





SOLARUSSA. Tutto è partito da una passeggiata al mare: un inizio più romantico di così, Vera Uras, non avrebbe potuto chiederlo, per la sua azienda, la prima in Sardegna a produrre oli essenziali, macerati oleosi e acque aromatiche da piante endemiche sarde. Eppure, galeotto fu il profumo della distesa di elicriso spontaneo, che quella mattina, non lasciava spazio ad altri odori sulla costa del Sinis.

Così Vera e suo marito Matteo, tre anni fa, decisero di raccogliere i semi di quel fiore giallo e profumato e piantarli. Hanno creato una serra, dove lei, biologa naturalista con l’aiuto del marito, Matteo Floris, chimico farmaceutico e docente di Genetica medica all’università di Sassari, hanno deciso di coltivare il loro primo semenzaio per tremila piante. Più tardi Vera acquista un ettaro di terreno e diventa coltivatore diretto. In quel campo inizia a coltivare non solo l’elicriso ma anche la salvia desoleana, endemica anche questa della Sardegna ma a rischio di estinzione, rosmarino, mirto, alloro e iperico. In azienda, Vera e Matteo realizzano anche un laboratorio di distillazione. Distillano a vapore per ottenere oli essenziali anche di eucaliptus e agrumi che, l’azienda da loro creata “Lanora officinali” ora commerciano in tutto il mondo. «È mia moglie che si occupa dell’azienda, il mio è unicamente un supporto di tipo scientifico», dice Matteo. «Il mio lavoro all’università – ammette – permette di condurre delle ricerche su questi oli essenziali. L’idea è quello di creare uno spin -off universitario, ma è chiaro che ogni scoperta, ogni studio sarà comunque disponibile per tutti». Vera e Matteo sono due scienziati che però tengono in considerazione anche la tradizione che in Sardegna, da millenni fa ricorso alla fitoterapia.

«Ovviamente ogni concetto va confermato dalla ricerca scientifica», aggiunge Matteo sottolineando che qui non c’è spazio per l’empirismo. C’è però il lavoro di un frate minore, padre Domenico Atzeri che ha insegnato come associato in “Flora ed erboristeria della Sardegna” all'Università di Sassari, dal quale Vera e Matteo traggono moltissimi insegnamenti e spunti per il loro lavoro che comporta tantissima sperimentazione, durata tre anni prima della nascita dell’azienda e che ancora, prosegue. «Attraverso una piccola filiera puntiamo a creare anche un’azienda per la produzione di cosmetici efficaci per la pelle – spiega ancora Matteo – tutte le applicazioni che stiamo sperimentando prendono spunti dalla tradizione sarda». Così ecco l’elicriso che è perfetto per curare eritemi e dermatiti ed altre piante che invece, già gli antichi conoscevano per le virtù medicamentose, con l’iperico, usato per mille rimedi ed anche, contro le bruciature. Il racconto di Vera e Matteo, affascina. Spiegano delle tante proprietà dell’alloro che per gli antichi era la pianta della saggezza e non a caso, ancora oggi incorona il capo dei neo laureati. Ancora più intrigati sono i risultati che Matteo, con ovvio rigore da scienziato, indica come «piccole prove suggestive» compiute nei laboratori con il linalolo, molecola di cui è ricca la salvia sarda, che pare sia efficace nella modulazione dell’umore.

La scienza di Matteo e l’applicazione di Vera hanno fatto in modo che l’azienda sia condotta con sistemi biologici, tanto da aver avviato le procedure per una certificazione ufficiale. Ogni pratica colturale compreso il diserbo (che viene fatto a mano), non prevede l’utilizzo di fitofarmaci. Spiegano inoltre che l’obbiettivo è quello di preservare al massimo i profumi tipici della Sardegna: per questo la distillazione venga fatta in tempi rapidissimi. Sono proprio quegli aromi così intensi e marcati, che appassionano anche la clientela dei banchi dei mercati contadini ai quali, Matteo e Vera, partecipano ogni volta che ne hanno la possibilità. E la clientela non è fatta da appassionati di fitoterapia. «Arrivano i turisti e ci dicono: sento l’odore dell’elicriso o del mirto – raccontano – e ne acquistano i flaconi che aprono per aspirarli: così ogni volta che penseranno alla Sardegna, sapranno come ritrovarla».
 

Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative