La laguna invasa da una alga pericolosa
di Michela Cuccu
Arborea, i pescatori lanciano l’allarme per l’invertebrato chiamato Noce di Mare
10 novembre 2019
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ARBOREA. A prima vista, somiglia a una medusa, ma non lo è. Non è nemmeno urticante per l’uomo ma è terribilmente invasiva, tanto da essere stata inserita nell’elenco delle 100 specioe invasive più dannose al mondo. Parliamo della “Noce di mare”, che avrebbe invaso la laguna di S’Ena arrubia. A dare l’allarme sono i pescatori della cooperativa sant’Andrea, che opera nella zona Sic e che, già da tempo, hanno avvertito le autorità del problema che sta mettendo in serio pericolo la pesca in quella zona. Il nome scientifico di questo invertebrato la "Mnemiopsis Leidyi": originario dell’oceano atlantico, è arrivato anche nel Mediterraneo, trasportato sul fondo delle navi, altrove è chiamata “gelatina”, proprio per via della sua consistenza. È molto pericolosa per l’ecosistema, dato che, secondo gli esperti di biologia marina, sta causando danni devastanti alla biodiversità. Prolifica facilmente anche a causa del del riscaldamento globale, e facilmente adattabile, è particolarmente vorace di zooplancton, delle uova di granchi, vongole, molluschi e pesci, satura i cabnali e blocca e intasa i bertavelli "cogolli" (in sardo) e spesso soffoca il pescato al suo interno. I pescatori dell’Oristanese stanno collaborando al progetto internazionale Maristanis, contro i cambiamenti climatici, curato dalla fondazione Medsea.
Di recente la fondazione ha reso noti i risultati degli studi che affermano come la costa centro-occidentale della Sardegna sia considerata nell’Isola quella più esposta al riscaldamento globale, che , fra le conseguenze, ha appunto quello di favorire la proliferazione di specie aliene e infestanti, come la noce di mare, che in questo ambiente non ha praticamente antagonisti. Nell’Oristanese, insomma, le noci di mare rappresentano una vera e propria minaccia: rendendo sempre più povere le acque, rendono quasi impossibile la sopravvivenza della fauna ittica locale.
Di recente anche le associazioni ambientaliste ( è il caso della Lipu di Oristano) sono intervenute per sollecitare interventi per impedire che l’equilibrio della laguna di S’Ena arrubia (che è all’interno dela zona Sic, dunque sottoposta a vincoli e tutele) venga definitivamente compromesso dalla presenza di specie aliene che stanno mettendo in serio pericolo una delle aree ambientali più preziose della Sardegna.
Di recente la fondazione ha reso noti i risultati degli studi che affermano come la costa centro-occidentale della Sardegna sia considerata nell’Isola quella più esposta al riscaldamento globale, che , fra le conseguenze, ha appunto quello di favorire la proliferazione di specie aliene e infestanti, come la noce di mare, che in questo ambiente non ha praticamente antagonisti. Nell’Oristanese, insomma, le noci di mare rappresentano una vera e propria minaccia: rendendo sempre più povere le acque, rendono quasi impossibile la sopravvivenza della fauna ittica locale.
Di recente anche le associazioni ambientaliste ( è il caso della Lipu di Oristano) sono intervenute per sollecitare interventi per impedire che l’equilibrio della laguna di S’Ena arrubia (che è all’interno dela zona Sic, dunque sottoposta a vincoli e tutele) venga definitivamente compromesso dalla presenza di specie aliene che stanno mettendo in serio pericolo una delle aree ambientali più preziose della Sardegna.