La Nuova Sardegna

Oristano

I pescatori confidano nel ministro

I pescatori confidano nel ministro

La visita della Bellanova giudicata positiva: soddisfazione per gli impegni assunti

12 novembre 2019
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CABRAS. I pescatori cabraresi sono concordi nel ritenere la visita della Ministra per l’agricoltura Teresa Bellanova un fatto positivo. Dopo le parole di incoraggiamento, però i pescatori si attendono risultati concreti. Giuliano Manca, presidente del Consorzio Pontis, ha posto l’attenzione sulla necessità di interventi urgenti nel compendio ittico, nel quale non vengono effettuate operazioni di mantenimento e bonifica da molti anni. «La presenza, in alcuni punti ben definiti, della Mercierella Enigmatica - piccoli microrganismi capaci di adattarsi sia all’acqua salata che a quella salmastra -, ha ridotto la profondità dello stagno a poco più di mezzo metro. Poi c’è l’annoso problema dei cormorani, per il quale finora sono stati adottati interventi che non hanno inciso in alcun modo sulla popolazione presente». All’attenzione della ministra sono state portate diverse problematiche, alcune delle quali datate. L’esponente del governo ha ascoltato, preso appunti e precisato che, oltre a portare le istanze a Roma, non prometteva null’altro. Ai pescatori ha chiesto di compilare delle schede, evidenziando i problemi di maggior rilievo, e di fargliele pervenire. «Il fatto che un esponente del governo sia venuto fin qui è sicuramente positivo – spiega Raffaele Manca, presidente della cooperativa Is Benas – riteniamo positiva anche proposta delle schede, se quel metodo servirà a trovare soluzioni migliorative per il nostro comparto». I cormorani, circa 15 mila unità, causano danni per svariati milioni di euro. Un problema di non facile soluzione, ma da affrontare e risolvere. «Lo scorso anno abbiamo ricevuto 2.800 euro di indennizzo a fronte di oltre 3.500 spesi solo in carburante – dice Manca – ci sono due modi per contrastare i cormorani: abbatterli tutti (ma io non sono assolutamente d’accordo) o contenerli. A Orbetello vengono utilizzati dei dissuasori in grado di prevenire l’azione predatoria del volatile. In pratica si tratta di un sistema di reti che, steso sulla superficie dell’acqua, impedisce all’animale di arrivare al pesce. Invece di finanziare altre modalità, che, come abbiamo appurato, non portano a nulla, i soldi disponibili possono essere impiegati per tentare una strada, quella delle reti, rivelatasi efficace in altri compendi ittici”. Nella marineria locale operano 285 imbarcazioni, con a bordo mediamente 700 operatori gran parte dei quali con famiglie da mantenere. «Il 25 per cento del pesce immesso nel mercato è sardo -conclude Manca -, il restante 75 per cento arriva da fuori: un danno per tutti noi». (pi.maro)

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