La Nuova Sardegna

Oristano

E Cuglieri boccia il piano della Assl

E Cuglieri boccia il piano della Assl

Per il sindaco Panichi il documento è vuoto di contenuti e di difficile applicazione

13 novembre 2019
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CUGLIERI. È una bocciatura senza appello quella espressa dal sindaco Gianni Panichi verso la programmazione attuativa locale della Assl oristanese per il biennio 2020/2022, il cui parere, obbligatorio, è richiesto dall’Ats agli amministratori locali.

Le motivazioni, circostanziate nella lettera di Panichi inviata lunedì scorso al commissario straordinario dell’Ats Steri, definiscono il documento di programmazione “completamente vuoto di contenuti cogenti”, e, se si escludono gli aspetti relativi ad alcuni Lea (livelli essenziali di assistenza) e quelli che riguardano l’attività formativa del personale, nulla cambia rispetto a quello precedente.

«Si tratta di un documento di difficile interpretazione e applicazione, nonché carente nella elaborazione dei progetti - spiega Panichi – la programmazione a livello distrettuale, a nostro avviso, se si considera l’aumento della popolazione anziana, richiede l’intervento, in tempi brevi, di strategie e misure in grado di fronteggiare efficacemente l’aumento delle cronicità, delle fragilità e della disabilità: problematiche per le quali il sistema sanitario oristanese, e non solo, non è attrezzato». Secondo Panichi, la rimodulazione della rete ospedaliera regionale, nella programmazione, non ha tenuto conto degli interventi da effettuarsi a livello territoriale. Panichi è convinto che le spese si possono contenere con una gestione dell’assistenza sanitaria mirata. «Esattamente – spiega – come, per esempio, l’adozione del “care near to patient”, cura vicino al paziente. Si tratta di sistemi ispirati all’accessibilità alle cure e al coinvolgimento della comunità, che attiene alle linee guida da cui origina un modello di assistenza rivolto ai pazienti affetti da malattie croniche (Chronic Care Model). Nella Assl sono presenti 11 poliambulatori, uno dei quali a Cuglieri, che potrebbero essere utilizzati per l’assistenza verso quel tipo di pazienti e, come avviene in molte altre regioni della penisola, divenire, attraverso un processo graduale, delle vere e proprie case della salute».

Panichi sottolinea l’importanza rappresentata da quella struttura, soprattutto perché inserita in un territorio la cui viabilità rende difficoltoso raggiungere gli ospedali. «La continuità dell’assistenza realizzata al di fuori dell’ospedale – conclude il sindaco – è fondamentale».

Piero Marongiu

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