processo per peculato
«In ufficio arrivavano solo fotocopie»
Due funzionarie della Regione parlano dei rimborsi del Gal Mbs
13 novembre 2019
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ORISTANO. Tocca a due funzionarie della Regione chiarire come agiva il Gal Mbs. Ancora una volta il processo si focalizza sul modo di agire dei vecchi vertici del Gruppo di azione locale e sulle procedure per ottenere i rimborsi, motivo per cui è a processo l’ex presidente Antonello Solinas, accusato di peculato assieme alla moglie Monica Deias, all’ex direttore Maurizio Cucchiara e ai consulenti Valentino Brunzu e Tiziana Tirelli. Entrambe le funzionarie, testimoni per conto delle parti civili Romina Marongiu e Andrea Deidda, hanno chiarito come il Gal avesse il doppio ruolo di agire sia con fondi pubblici sia come un’azienda privata e in ciò risiede il motivo della doppia rendicontazione delle spese e quindi dell’assegnazione degli incarichi.
L’aspetto che più da vicino riguarda il presunto utilizzo di finanziamenti pubblici per fini personali è stato affrontato nel momento in cui hanno spiegato delle numerose difficoltà avute col Gal allorquando venivano presentate le richieste di rimborso. Le pezze giustificative erano spesso incomplete. In Regione arrivavano solo fotocopie di fatture e di assegni a volte con vistose correzioni a penna. Sempre stando al racconto delle testimoni, tutto questo portava spesso al diniego del rimborso in casi come quelli del chilometraggio per missioni non giustificate o dei rimborsi per i pasti che venivano richiesti anche in casi in cui non spettavano perché il numero di ore di servizio era inferiore a quello stabilito.
Il fidanzato dell’ex dipendente del Gal Mbs, Roberta Citroni, si è invece soffermato sul fatto che la ragazza non venisse pagata perché si rifiutava di fare la rendicontazione così come richiesto da Antonello Solinas. Numerose sono state anche le domande degli avvocati difensori Luisella Pani, Katia Ledda, Riccardo Crovi, Debora Urru e Mario Gusi.
Hanno insistito proprio sulle procedure di rimborso e sulle modalità di rendicontazione per arrivare a tesi opposte rispetto a quelle del pubblico ministero Armando Mammone. (e.carta)
L’aspetto che più da vicino riguarda il presunto utilizzo di finanziamenti pubblici per fini personali è stato affrontato nel momento in cui hanno spiegato delle numerose difficoltà avute col Gal allorquando venivano presentate le richieste di rimborso. Le pezze giustificative erano spesso incomplete. In Regione arrivavano solo fotocopie di fatture e di assegni a volte con vistose correzioni a penna. Sempre stando al racconto delle testimoni, tutto questo portava spesso al diniego del rimborso in casi come quelli del chilometraggio per missioni non giustificate o dei rimborsi per i pasti che venivano richiesti anche in casi in cui non spettavano perché il numero di ore di servizio era inferiore a quello stabilito.
Il fidanzato dell’ex dipendente del Gal Mbs, Roberta Citroni, si è invece soffermato sul fatto che la ragazza non venisse pagata perché si rifiutava di fare la rendicontazione così come richiesto da Antonello Solinas. Numerose sono state anche le domande degli avvocati difensori Luisella Pani, Katia Ledda, Riccardo Crovi, Debora Urru e Mario Gusi.
Hanno insistito proprio sulle procedure di rimborso e sulle modalità di rendicontazione per arrivare a tesi opposte rispetto a quelle del pubblico ministero Armando Mammone. (e.carta)
