La Nuova Sardegna

Oristano

Strade piene di pericoli e pedoni come birilli

di Davide Pinna
Strade piene di pericoli e pedoni come birilli

In meno di un anno in città sono morte tre persone investite dalle auto Nel bilancio si contano anche una trentina di feriti: i rimedi finora inefficaci

02 dicembre 2019
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ORISTANO. Sabato mattina ancora una franata, poi le sirene dell’ambulanza e i soccorsi. Fortunatamente era qualcosa di poco serio, ma è l’ennesimo incidente stradale che ha coinvolto un pedone e ormai la percezione generale, supportata anche da numeri, è che a Oristano c’è una vera e propria emergenza. Stavolta la vittima, che è stata trasferita all’ospedale San Martino per accertamenti, era una giovane studentessa e si può quasi parlare di incidente annunciato, visto il luogo in cui è accaduto l’investimento: via Cagliari, all’altezza dei palazzi Saia, nei pressi della stazione dei pullman dell’Arst. È un punto che qualsiasi oristanese definisce uno dei più pericolosi di tutta la città, a causa dei parcheggi a ridosso delle strisce, dell’alta velocità delle macchine in un tratto senza semafori o incroci e della scarsa illuminazione.

Non erano passate nemmeno 24 ore dai funerali dell’ultima vittima, il tabaccaio Carlo Ligas, 62 anni, investito in via Mattei nella tarda serata di lunedì e morto in ospedale dopo due giorni di agonia. Negli ultimi dodici mesi per le strade cittadine ci sono stati altri due morti: Virginio Atzori, 87 anni, investito a metà settembre in via Gennargentu e Ettore Mereu, anche lui 87 anni, travolto a dicembre 2018 in via Cagliari, nei pressi della rotatoria di piazza Manno. Un totale di tre morti in un anno e oltre venti feriti, è la conferma che a rischio sono soprattutto anziani e giovanissimi.

La questione dal punto di vista statistico è abbastanza semplice: più macchine circolano, più alto è il rischio di incidenti e a Oristano, di automobili, ne girano troppe. Basta dare un’occhiata al Piano urbano della mobilità e alla sua relazione illustrativa per rendersi conto di come la rete stradale cittadina non sia in grado di accogliere l’impressionante numero di automobili che vi transitano ogni giorno. Ma per diminuire il numero di automobili ci vuole tempo e una strategia elaborata, su cui il Comune sta lavorando da anni e che, come ripete l’assessora alla Viabilità Pupa Tarantini «vedrà i suoi primi effetti con l’apertura dei nuovi parcheggi in via Mariano IV e nella zona della stazione ferroviaria. Questo ci consentirà anche di rimuovere i parcheggi a ridosso delle strisce pedonali, ora non possiamo farlo perché nell’appalto per i parcheggi a pagamento è previsto un numero ben preciso di stalli».

Il problema è che le soluzioni tampone, come i passaggi pedonali illuminati e gli occhi di gatto sull’asfalto per segnalare la presenza delle strisce anche dopo il crepuscolo, si sono rivelate un vero e proprio flop. Costati diverse migliaia di euro, gli attraversamenti luminosi di via Cagliari e viale Diaz realizzati due anni fa non sono mai entrati in funzione se non in rare occasioni. «Mi dicono – spiega l'assessora Tarantini – che il problema è dato dalle fronde degli alberi che impediscono alla fotocellula di attivarsi, abbiamo già chiesto di intervenire con la potatura», intanto sono passati due anni dalla loro installazione e i soldi spesi si può dire che siano stati buttati. Gli occhi di gatto sono invece “saltati”, lasciando dei vistosi buchi sull’asfalto.

Insomma, per vedere meno macchine in città e quindi ridurre la probabilità di incidenti, ci vorrà del tempo anche perché, visti i chiari di luna, il parcheggio di via Mariano non è certo in fase di ultimazione. In un convegno sulla sicurezza stradale degli anziani, organizzato dalla Fondazione Unipolis e dai sindacati confederali, in molti si sono detti disponibili a riattivare il servizio dei nonni vigili che, almeno nelle ore di punta, potrebbero presidiare i punti critici.

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