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Tharros Felix, in arrivo il sesto volume
Dedicato all’insediamento di San Giorgio di Sinis è curato da Barbara Panico
11 dicembre 2019
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ORISTANO. Domani al Chiostro del Carmine, alle 17 sarà presentato l’ultimo volume della Collana storico-archeologica Tharros Felix, istituita dal Consorzio UNO e dall’Università degli Studi di Sassari.
La collana di studi Tharros Felix, principiata nel 2005, prende il nome dalla iscrizione presente sullo scafo di una nave oneraria graffita su una parete della stanza 7 della Domus Tiberiana, sul Palatino, a Roma: Tharros felix et tu (Che Tharros sia felice ed anche tu!). La collana ospita monografie e contributi miscellanei sui beni culturali e, in particolare, sul patrimonio culturale sommerso mediterraneo. Il numero 6 di Tharros Felix, intitolato «Matrici di storia: l’insediamento di San Giorgio di Sinis», è un volume curato dall’archeologa Barbara Panico. San Giorgio di Sinis, citato come oppidum con la chiesa di San Giorgio megalomartire in una pubblicazione del 1649 del frate Salvador Vidal, ha rivelato il suo patrimonio archeologico trent’anni fa con la rivelazione di un archivio bizantino del VI-VII secolo a tutt’oggi risulta il più importante della Sardinìa, ed uno dei più significativi del Mediterraneo centro occidentale bizantino. Fondamentale, dunque, lo studio frontale delle numerose categorie materiali di questo contesto, incentrate in particolare sullo strumentario metallico, recuperate con ricerche di superficie, conservate nell’Antiquarium Arborense di Oristano e destinate al Museo Giudicale di Oristano.
La collana di studi Tharros Felix, principiata nel 2005, prende il nome dalla iscrizione presente sullo scafo di una nave oneraria graffita su una parete della stanza 7 della Domus Tiberiana, sul Palatino, a Roma: Tharros felix et tu (Che Tharros sia felice ed anche tu!). La collana ospita monografie e contributi miscellanei sui beni culturali e, in particolare, sul patrimonio culturale sommerso mediterraneo. Il numero 6 di Tharros Felix, intitolato «Matrici di storia: l’insediamento di San Giorgio di Sinis», è un volume curato dall’archeologa Barbara Panico. San Giorgio di Sinis, citato come oppidum con la chiesa di San Giorgio megalomartire in una pubblicazione del 1649 del frate Salvador Vidal, ha rivelato il suo patrimonio archeologico trent’anni fa con la rivelazione di un archivio bizantino del VI-VII secolo a tutt’oggi risulta il più importante della Sardinìa, ed uno dei più significativi del Mediterraneo centro occidentale bizantino. Fondamentale, dunque, lo studio frontale delle numerose categorie materiali di questo contesto, incentrate in particolare sullo strumentario metallico, recuperate con ricerche di superficie, conservate nell’Antiquarium Arborense di Oristano e destinate al Museo Giudicale di Oristano.