La Nuova Sardegna

ORISTANO. Le premesse non erano proprio delle migliori, ma certe volte è meglio non fidarsi delle impressioni e aspettare. Una sola donna, la giornalista Santina Raschiotti, su sette componenti nominati nel CdA della Fondazione Oristano era evidentemente troppo poco, con il rischio peraltro di andare in violazione delle leggi che richiedono una rappresentanza minima del 33% per ogni genere. Ma le nomine non sono ancora completate, la formazione definitiva del consiglio d’amministrazione infatti arriverà a dieci componenti e l'assessore alla Cultura, Massimiliano Sanna, assicura: «Le nomine dei presidenti del Comitato Turismo e di quello Beni Culturali saranno al femminile». Due donne quindi andranno alla guida dei due organi e così nel consiglio d'’mministrazione si arriverà al raggiungimento della soglia del 33% con tre componenti su dieci. Se la legge sulla parità di genere si applichi alla Fondazione Oristano, non è facile stabilirlo, lo stesso assessore spiega: «Sono questioni tecniche che non conosco nel dettaglio, ma indipendentemente da questo abbiamo deciso di garantire il rispetto di quella soglia». Nella legge finanziaria dello Stato, in discussione in questi giorni al Senato, è previsto che dal prossimo mandato – quindi dal 2022 per la Fondazione Oristano – la soglia minima aumenti al 40%. In ogni caso, la speranza è che si riesca ad arrivare all'equa rappresentanza senza necessità di pungoli legali. Intanto arrivano i primi stanziamenti del Comune in favore della Fondazione: 25 mila euro sono stati destinati al contributo annuale per il funzionamento dell'ente, mentre altri 23 mila saranno spesi per la realizzazione del programma del Centro Internazionale di Ricerca sulle Civiltà Egee che, a partire dall'anno accademico 2020/21, dovrebbe vedere l'attivazione di un corso di dottorato specifico da parte dell'Università di Sassari. (dav.pi.)