La Nuova Sardegna

Oristano

Morì in un incidente, divelta la lapide

di Enrico Carta
Morì in un incidente, divelta la lapide

San Vero Milis, distrutta la targa che ricordava Fabrizio Piras sul lungomare

18 dicembre 2019
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SAN VERO MILIS. Per quanto insopportabile, un atto vandalico sarebbe la cosa meno fastidiosa. Il sospetto è che invece possa esserci qualcosa di mirato, un dispetto voluto, nell’assurdo gesto compiuto qualche giorno fa sul lungomare tra Putzu Idu e Mandriola. È lì che si trovava la lapide che commemorava Fabrizio Piras, il giovane sanverese che aveva perso la vita nel luglio del 2000 in un incidente motociclistico. In una fioriera che si trova proprio nel luogo dello schianto, i familiari avevano piazzato tempo fa la lastra di marmo con la foto del loro caro e, ogni volta che si trovavano a passare di lì, non mancavano di portare un fiore o di rivolgere anche solo uno sguardo al figlio o al fratello che non c’è più da vent’anni.

Domenica invece Ottavio Piras, il padre di Fabrizio, ha dovuto sopportare un oltraggio che mai avrebbe pensato di dover subire. Arrivato lì per un pensiero da dedicare al figlio che non c’è più, si è accorto che la fioriera era completamente spoglia. Non mancavano solo i fiori erano strappati e buttati nel campo dietro il muretto. Cosa ancora più grave, la lapide commemorativa non era più al suo posto. Qualcuno l’ha divelta con un piede di porco e poi l’ha fatta sparire. «Distrutta o gettata chissà dove, non lo sappiamo – dice Salvatore Piras, il fratello di Fabrizio –. È stato uno sfregio che fa riaffiorare vecchi dolori. È un gesto ingiustificabile per il quale siamo rimasti tutti noi senza parole. Siamo molto amareggiati e abbiamo fatto anche la denuncia per quanto accaduto perché abbiamo il sospetto che possa essere stato fatto apposta».

E ciò rende ancora più difficile da accettare un gesto di per sé non giustificabile e certamente poco eroico, anche perché commesso in un luogo ben poco trafficato in un periodo come questo, in particolare di notte e durante la settimana.

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