La Nuova Sardegna

Oristano

Questore di Oristano assediato durante la Sartiglia: parla il video

Enrico Carta
Questore di Oristano assediato durante la Sartiglia: parla il video

In aula viene proiettato il filmato del presunto assalto con un cavallo ad Aliquò: tutto in 15 secondi

22 dicembre 2019
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ORISTANO. Una trentina di minuti di filmato, quattro minuti di riprese che vengono riprodotti sul computer in aula e soprattutto uno spezzone di una quindicina di secondi che contiene il fulcro dell’intero processo. È in quegli attimi, a questo punto molto fuggenti e repentini, che si sarebbe consumato il presunto assalto all’ex questore Giovanni Aliquò il 13 febbraio del 2018 lungo il percorso della Sartiglia. Lo snodo cruciale è uno spazio tra via Ricovero e via Doria: è lì, nella zona in cui sostano i cavalli al termine della corsa delle pariglie, che si trovava il camper usato dagli addetti della Nado per svolgere i test antidoping ai cavalieri. È sempre lì che l’ex questore sarebbe stato coperto di insulti, oltraggiato, minacciato coi cavalli sino a costringerlo a interrompere lo svolgimento dei test per valutare l’eventuale positività o meno dei cavalieri. Questi erano infuriati perché le procedure stavano mettendo a rischio lo svolgimento della Sartiglia e da qui sarebbe nata la protesta sfociata poi nel processo a carico di sei protagonisti della giostra: Antonio Giandolfi, Andrea Manias, Andrea Piroddi, Andrea Solinas, Alessio Garau e Gianluca Russo. Il primo è accusato di oltraggio, agli altri cinque vengono contestati la resistenza, le minacce e l’interruzione di pubblico servizio.

La scena, visionata per la prima volta dalla giudice Francesca Falchi, era stata ripresa dalla telecamera di un agente della polizia. Dura una trentina di minuti, ma è su quattro in particolare che si è concentrata l’attenzione delle controparti, cominciando dal procuratore Ezio Domenico Basso, proseguendo con l’avvocato di parte civile Giovanni Maria Giaquinto e gli avvocati difensori Adriano Sollai, Romina Marongiu, Carla Greggiu e Monica Masia.

In quei pochi secondi cruciali si nota il componidori Andrea Solinas – solo lui – fare il giro, a cavallo, del camper e quindi tornare indietro. Una sequenza flash in una manifestazione durata una giornata. Successivamente il gruppo dei cavalieri, che mai valica la zona di sosta, dà inizio a una sorta di chiassata con il questore che viene invitato a uscire dal camper e mostrarsi in pubblico. Altra parola chiave perché, come poi hanno confermato alcuni agenti di polizia chiamati ieri a testimoniare, non si capisce bene da chi partano le urla, anzi tutti hanno confermato che il pubblico stesso non abbia risparmiato la propria ugola. In mezzo a quella sollevazione verbale, il cavaliere Antonio Giandolfi avrebbe proferito la frase che più o meno – va letta in senso peggiorativo – suonava così: «Ancora con queste cavolate. Questo è un trattamento del cavolo, mi hai rotto le scatole». E questa frase è finita in tutte le annotazioni di servizio dei vari agenti, i quali però hanno anche affermato di non aver visto i cavalieri affiancarsi al camper e scuoterlo sino a farlo oscillare o dare dei colpi alla carrozzeria.

Altro dettaglio su cui la difesa ha più volte picchiato è stato il fatto che nessuno degli agenti fosse in grado di riconoscere i cavalieri, ad eccezione del capocorsa per via del suo vestito tradizionale: i poliziotti hanno confermato che tutti avevano la maschera e che avrebbero ipotizzato, dalle bardature dei cavalli e dal posizionamento nel corteo, che fossero i componenti delle due pariglie che avevano guidato la Sartiglia della domenica e che stavano conducendo quella del martedì.

Si torna in aula il 14 febbraio, giorno di San Valentino. Ci sarà tempo per colpi di fulmine e innamoramenti in aula tra i protagonisti che sinora non si sono amati?

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