La Nuova Sardegna

Oristano

Terralba, Mussolini resta cittadino onorario

Stefano Sulis
Terralba, Mussolini resta cittadino onorario

Respinta dal consiglio comunale la richiesta di un comitato: «Vicende distanti dalla nostra comunità»

21 dicembre 2019
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TERRALBA. Benito Mussolini resta cittadino onorario di Terralba. Lo ha deciso il consiglio comunale a maggioranza. Bocciata dunque la richiesta di revocarla lanciata dal comitato Madiba, che chiedeva anche la revoca della cittadinanza del generale Asclepia Gandolfo. È stato il capogruppo di maggioranza Gabriele Lobina ad annunciare il voto contrario alla richiesta. «In questa sede noi siamo chiamati a esprimerci sulle decisioni per il bene del paese. Sarebbe stato più appropriato revocare il documento in un altro periodo storico non in questo. Ora la vicenda è distante dalla nostra comunità. Siamo sicuri che saremo esposti a critiche, ma respingiamo qualsiasi etichetta che ci affianca al razzismo».

«Il fascismo è morto, le persone interessate della petizione sono morte - si legge nella relazione della maggioranza - e con loro sono decadute le cittadinanze onorarie riconosciute, l'articolazione territoriale ante bonifica fa parte del passato; quindi guardiamo avanti uniti con ottimismo e determinazione, con l'obiettivo di risolvere, per quanto possibile e al massimo delle nostre forze, i problemi che ci attanagliano e tendere a un miglioramento della qualità della vita del nostro paese e del nostro territorio, senza alimentare divisioni».

Se la storia del duce non ha bisogno di particolari presentazioni, la vita di Andolfo è ignota ai più. Generale e membro del gran consiglio del fascismo, nel 1923 fu nominato dal duce in persona prefetto di Cagliari. Sono passati 95 anni da quando il Commissario Prefettizio, notoriamente fascista, conferì loro la cittadinanza onoraria. E a distanza di quasi un secolo, fatto quantomeno curioso, i loro nomi compaiono ancora nell'elenco di coloro ai quali è stata assegnata la cittadinanza onoraria, titolo di merito che viene assegnato a personalità che si sono distinte per azioni positive. Ecco perché l'ex sindaco Gesuino Loi, appassionato storico, avanzò le prime iniziative affinché l'attuale consiglio comunale intervenisse per cancellare quell'atto emesso il 14 maggio 1924, appena un mese prima del delitto Matteotti e della prima vera manifestazione di ciò che sarebbe stato il fascismo».

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