La Nuova Sardegna

Oristano

Oristano, donna disabile denuncia: «Volevo vedere mio padre, mio fratello mi ha aggredita»

di Michela Cuccu
Oristano, donna disabile denuncia: «Volevo vedere mio padre, mio fratello mi ha aggredita»

Violenza domestica, la 47enne si è rivolta ai carabinieri: «Maltrattata e gettata in strada»

28 dicembre 2019
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ORISTANO. «Ero andata a trovare mio padre, ma mio fratello mi ha aggredita. Si è lanciato contro di me come una furia, anche se ero seduta sulla sedia a rotelle sulla quale sono costretta. Mi ha afferrata e mi ha scaraventata in strada, intimandomi di non ritornare mai più». È il drammatico racconto di una donna disabile che per la seconda volta in poco più di un anno, ha dovuto rivolgersi ai carabinieri per sporgere una denuncia che mai avrebbe voluto fare perché il denunciato è suo fratello più giovane di qualche anno.

Racconta con la voce rotta dal pianto dell’ultimo litigio sul quale ora indagano i militari della stazione del paese dove si è trasferita dopo che tredici mesi prima, si era vista costretta a lasciare la casa paterna, nel quartiere di Torangius, per sfuggire ai continui scontri con il fratello. Quasi una fuga, la sua, che si era rivolta al Centro antiviolenza, ottenendo solidarietà e assistenza. «Mio fratello non permette che io abbia contatti con nostro padre, che ha 80 anni ed è molto malato. Avrebbe bisogno di assistenza continua e quando sono andata a casa per ritirare dei documenti che mi sarebbero serviti per ottenerne la tutela, lui non ci ha visto più ed ha afferrato la sedia a rotelle per scaraventarmi in strada».

La donna, che ha 47 anni, racconta delle tante, troppe discussioni, sfociate in aggressioni. La più grave circa un anno fa, quando, un mese dopo aver lasciato la casa di famiglia, era ritornata per prendere alcuni oggetti di sua proprietà che prima, non aveva potuto portare con sé. In quell’occasione, il fratello la strattonò così violentemente da slogarle una spalla e romperle un tendine. A quel litigio avevano assistito anche i vicini ed era arrivata un’autoambulanza per soccorrerla e una pattuglia dei carabinieri era andata a fare le verifiche per poi aprire un’indagine. A seguito di quell’episodio, lei si rivolse all’avvocato Rosina Lochi e presentò un esposto.

«Probabilmente ci sarà un processo che ancora non è stato fissato. Ma mio fratello non ha nessun diritto di impedirmi di stare con mio padre e soprattutto di mettermi le mani addosso», è l’amara conclusione della protagonista di questa triste vicenda. Oltre alle violenze, a rendere più difficile il tutto, è il fatto che non riesce più a vedere il padre e anche solo avere contatti con lui è diventato pressoché impossibile. Il timore è che il padre possa essere sotto scacco, quasi in una situazione di ricatto psicologico. È così che l’attesa per i tempi della giustizia diventa infinita.
 

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